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USCITA DI SICUREZZA

Racconto popolare in quattro tempi con musica e immagini.

Adattamento dall’omonimo romanzo e regia Fabio Bussotti
musiche Stefano Caprioli
con Sergio Meogrossi, Manrico Gammarota e Alessia Giangiuliani

musicisti: Stefano Caprioli, fisarmonica, Pierpaolo Di Giandomenico, violoncello, Marco Guidolotti, sassofono/clarinetto, Ersilia Verlinghieri, violino, Antonio Vitagliani, percussioni

Immagini a cura di Linda Parente

con il patrocinio dell’Accademia dell’Immagine di L’Aquila

e con la collaborazione del Conservatorio di Musica "A. Casella" – L’Aquila

Ignazio Silone racconta la sua parabola umana: l’infanzia a Pescina, il terremoto del 1915, la povertà, la fame, il senso di giustizia maturato nel rapporto col padre, la dignità della sua gente, il Fucino,  l’incontro con Don Orione, la scelta di entrare nel partito Comunista e la sua dolorosa ma inevitabile "Uscita".
Lo spettacolo ripercorre le tappe principali dei primi trent’anni di vita del grande scrittore, trent’anni riproposti come un racconto popolare ricco di immagini, suoni, voci e melodie che evocano sentimenti e stati d’animo di appassionante attualità.

Premessa
Uscita di sicurezza è un progetto teatrale basato sull’omonimo romanzo autobiografico di Ignazio Silone. Le riflessioni civili, umane e politiche del libro, sono il nucleo vivo della trasposizione scenica. E con la parola, le immagini del Fucino, di una terra segnata da sofferenze, ingiustizie, terremoti, ma anche da una costante, tenace volontà di riscatto.

Finalità dell’allestimento
Indro Montanelli diceva che Uscita di Sicurezza era un libro così importante per la storia italiana che avrebbero dovuto inserirlo tra i testi scolastici obbligatori. Non era un paradosso, quello di Montanelli: Uscita di Sicurezza  ci pone di fronte a questioni fondamentali, quali la condizione delle classi sociali più povere, il riscatto sociale e il tragico inganno che ha portato tanti giovani, pieni di buona fede, a sposare ideologie che nella pratica si sarebbero rivelate contrarie a ogni concetto di libertà. Il Novecento, nell’autobiografia di Silone, sembra essere il secolo degli appuntamenti mancati, delle speranze tradite. Un secolo che, per quanto "breve", ci ha dato due orribili guerre mondiali, il fascismo, la Shoa. Eppure, dopo tante tragedie, vogliamo ancora guardare avanti. Dobbiamo farlo, certo. Se non per noi, almeno per le generazioni a venire. Ma non possiamo immaginare un futuro se prima non accettiamo di fare i conti con noi stessi e col nostro passato.

Una Sinfonia in 4 MOVIMENTI

Primo MovimentoVISITA AL CARCERE. Allegro ma non troppo.
Il primo movimento della sinfonia prende il titolo dal primo capitolo del libro. Vi si racconta un episodio dell’infanzia di Silone. Sullo sfondo di una Pescina poverissima, si stagliano le figure di contadini umiliati e offesi. Grande rilevanza assume la dignità del padre che si batte per la difesa di un vagabondo accusato di furto. E’ questo il movimento in cui si parla anche di Giuditta, la piccola sarta del paese che tenta il suicidio credendosi abbandonata per sempre dal marito emigrato negli Stati Uniti…

Secondo Movimento INCONTRO CON UNO STRANO PRETE. Con dolcezza.
Il secondo movimento prende le mosse dal terremoto di Avezzano del 1915. Il Fucino è distrutto. Si contano i morti. E mentre le regie istituzioni non fanno nulla, o quasi nulla, per quella povera gente che ha perso tutto, ecco irrompere la pietas cristiana, la misericordia di Dio che in questo capitolo ha il volto coraggioso di Don Orione. Per Silone, invece, è l’età dell’adolescenza, della ribellione alla rigida dottrina del collegio. E’ il momento di sognare il riscatto, la ribellione, la giustizia sociale…

Terzo MovimentoUSCITA DI SICUREZZA (prima parte) Allegro con brio.
Gli aneliti di giustizia prendono la strada della militanza comunista. E’ il destino di molti giovani di tutto il mondo.  I giovani scommettono tutto nell’ideale marxista: "Se non ho scommesso anche gli occhi è solo per riservarmi il diritto di vedere quello che succede della mia vita. Ma la vita è ormai scommessa." Silone non si sottrae al suo destino. E’ intelligente, bravo, sa scrivere. Il partito ha bisogno di lui.

Quarto Movimento USCITA DI SICUREZZA (seconda parte) Adagio. Solenne.
Alle illusioni seguono le disillusioni. L’apparato del partito soffoca ogni anelito di libertà. Il congresso di Livorno. I viaggi a Mosca. Togliatti, le menzogne di Stalin. Tutto cospira contro l’uomo. L’apparato è per definizione contro l’uomo. Ma l’uomo si ribella. Cerca la sua Uscita di Sicurezza che non è solo l’esilio in Svizzera. La vera uscita dall’orrore è la scrittura. Ovvero, la testimonianza. Scrivere significa raccontare storie di uomini e di donne che hanno conosciuto la sofferenza e che sono vissuti nella speranza di un futuro migliore. Scrivere significa quindi passare il testimone della speranza anche alle generazioni future…
"Tuttavia non c’è da illudersi che il passo dall’antagonismo latente alla rivolta si compia da sé. Nella storia degli uomini non è sorto mai nulla di nuovo e di vivo senza la passione di uomini disinteressati in armonia con l’interesse generale."

Ignazio Silone.

giovedì 30 luglio 2009
ore 21,30 Piazza dell Obelisco 
Tagliacozzo

venerdì 31 luglio 2009
ore 21,30 Anfiteatro Romano di Amiternum L’Aquila

sabato 1 agosto 2009
ore 21,00 Largo dei Frentani Pescara

In collaborazione con
ERAMO LEGNO SYSTEM s.r.l.