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REGINA MADRE IN SCENA A LANCIANO

Per la Stagione Teatrale del Teatro Studio di Lanciano/Treglio va in scena domenica 25 ottobre, alle 18.00 e alle 21.00, REGINA MADRE di Manlio Santarelli, regia Stefano Angelucci Marino, con Rossella Gesini e Stefano Angelucci Marino, maschere BRAT Teatro, scene Tibò Gilbert. Una produzione del Teatro Stabile d’Abruzzo in collaborazione con il Teatro del Sangro e Mask Teatro.
Stefano Angelucci Marino e Rossella Gesini si misurano con questo testo lavorando con due maschere antropomorfe che permettono la trasfigurazione. Due figure archetipe. Da venti anni questa coppia di vita e d’arte lavora con le maschere della commedia dell’arte, da alcuni anni la ricerca si è spostata verso le maschere contemporanee. L’ultimo lavoro sugli emigranti italiani in Sudamerica negli anni ‘50, “Hermanos” (2019), ha dato respiro a questo particolare codice espressivo nato dalle suggestioni create dai murales e dai “bamboloni” della Boca, il celebre barrio porteño in Argentina contraddistinto da una forte impronta italiana.
Manlio Santanelli ha dichiarato in una intervista del 2014: “Il teatro deve seguire la realtà ed essere capace di trasfigurarla. Nel teatro del futuro una linea guida molto importante sarà la capacità di intravedere nella realtà che si vuole raccontare l’archetipo. L’archetipo è millenario, può cambiare nelle sue forme. L’archetipo nella sua profondità non finirà mai di raccontare la storia dell’umanità.”
“Regina Madre” prende le mosse da un classico ‘ritorno a casa’. Alfredo, grigio cinquantenne segnato dal duplice fallimento di un matrimonio naufragato, che ancora lo coinvolge, e di un’attività giornalistica nella quale non è riuscito ad emergere, un giorno si presenta a casa della madre dichiarandosi deciso a rimanervi per poterla assistere nella malattia. In realtà egli nutre il segreto intento di realizzare uno scoop da cronista senza scrupoli: raccontare gli ultimi mesi e la morte della vecchia signora. Ma la vecchia signora, di nome Regina, seppure affetta da ogni specie di infermità, appartiene alla categoria delle matriarche indistruttibili. Tra i due personaggi in scena si instaura così un teso duello, condotto mediante uno scambio ininterrotto di ricatti e ritorsioni, di menzogne e affabulazioni. Fa da cornice alla vicenda un interno dall’aria domestica e rassicurante, che però, nell’offrire un perimetro ben preciso ai fantasmi mentali dei protagonisti, finisce per assumere i toni e le suggestioni di un realismo allucinato. In questo microcosmo dai confini continuamente invocati e negati, madre e figlio si inseguono, si cercano e si respingono saccheggiando presente, passato e futuro, in una incalzante altalena di emozioni che hanno nel grottesco la tonalità dominante. A soccombere, alla fine, sarà il figlio. Ma, come sempre accade nelle coppie legate per la vita e per la morte, anche qui non sarà possibile, e neanche legittimo, distinguere il vincitore dal vinto.
Prenotazione obbligatoria al 340.9775471.

La locandina