PRIMA NAZIONALE A MILANO PER LA NUOVA PRODUZIONE DEL TSA

Una Prima Nazionale di assoluto prestigio al Teatro Carcano di Milano, dal 13 al 24 ottobre, per la nuova produzione del Teatro Stabile d’Abruzzo "La Bisbetica domata" di William Shakespeare, con Vanessa Gravina ed Edoardo Siravo, attori oramai stabili del TSA, e la regia di Armando Pugliese che già ha firmato per l’Ente Teatrale Regionale altre fortunate messe in scena.
Lo spettacolo, coprodotto con la Compagnia Indie Occidentali, è un segnale forte dello stato di salute dello Stabile che ha in cantiere numerosi altri progetti ed ha pronto il cartellone della nuova stagione teatrale aquilana con collaborazioni di artisti di grande richiamo.
La storia è una festa di trame incrociate, scambi d’identità, manipolazioni linguistiche e tanti personaggi resi vivi da Giulio Farnese (protagonista del musical Hairspray) e da Carlo Di Maio, Vito Facciolla, Daniele Gonciaruk, Elisabetta Alma, Emanuela Trovato, Marco Trebian, Marco Zingaro, Maurizio Tomaciello e Valentina D’Andrea.
In una Padova reinventata dall’autore, viene descritta la vigorosa conquista dell’irrequieta Caterina da parte del caparbio Petruccio, avventuriero veronese, che sposa e soggioga l’intrattabile Caterina di Padova, attirato soprattutto dalla sua dote.
Non tutti sanno però che il testo shakespeariano è contenuto in una cornice che rende i due protagonisti personaggi di una rappresentazione teatrale cui altri personaggi assistono in scena. Una commedia nella commedia, quindi. Precede il dramma un prologo in cui un calderaio, Cristoforo Sly, è raccolto ubriaco da un signore reduce da una partita di caccia, davanti ad un osteria in aperta campagna: Sly è portato al castello, e gli fanno la beffa di trattarlo al suo risveglio come se fosse un gentiluomo che dopo lungo tempo ha ripreso l’uso della ragione e lo fanno assistere a "La bisbetica domata".
La regia di Armando Pugliese individua tre mondi nell’universo della commedia. Nel prologo e nell’epilogo troviamo quello tardo-cinquecentesco della taverna, abitata dal calderaio e dai suoi compari e raccontato con realismo quasi caravaggesco. Il mondo della rappresentazione, invece, è proiettato in una sorta di futuro/immaginifico, che in realtà avrà i colori e i toni dei nostri anni sessanta. Mentre la casa di Petruccio, dove Caterina viene ‘educata’, diventa una sorta di ‘mondo dei trolls’, dove il ‘domatore’ comanda e governa i suoi servi ibseniani, per sottomettere la femmina ribelle.
Con le musiche scritte da Goran Bregovic e l’insolita scena pensata da Andrea Taddei.