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NO, STORIA DI UN RIFIUTO

NO, STORIA DI UN RIFIUTO
in collaborazione con Arti e Spettacolo e Teatro del Paradosso
scritto e interpretato da Giacomo Vallozza
luci, video e suono di Daniela Vespa
regia Giancarlo Gentilucci
il diario di una storia dimenticata
"No, storia di un rifiuto" di e con Giacomo Vallozza, regia di Giancarlo Gentilucci, è uno spettacolo prodotto dal Teatro Stabile d’Abruzzo, in collaborazione con Arti e Spettacolo di L’Aquila e Teatro del Paradosso di Loreto Aprutino.

"No, storia di un rifiuto -racconta l’autore- è una storia dimenticata che voglio raccontare vagando sulle tracce di mio padre, militare italiano internato nei lager tedeschi dal 14 settembre del ’43 al 6 aprile del ’45, quando fu liberato dalle truppe canadesi nell’ospedale di Füllen, famigerato campo della morte.
È uno spettacolo/cantiere della memoria collettiva, teso più a restituire immagini che sentenze; ripercorre la storia italiana, dal fascismo al dopoguerra, attraverso diari, filmati, oggetti, narrando fatti spesso ignorati o toccati marginalmente dai libri di testo. È infine la consapevolezza che l’altra resistenza, la resistenza senz’armi, di seicentomila soldati, può indicare agli italiani di oggi un modo per uscire dal buio morale e materiale in cui brancolano. Queste le parole del colonnello Pietro Testa, internato nel lager di Witzendorf, (lo stesso in cui furono deportati Gianrico Tedeschi e Giovanni Guareschi): "Dobbiamo restare con i piedi per terra: su questa terra che vedete, con il suo fango, con le sue buche, con le sue pietre; se vogliamo un fiorellino in questa desolazione dobbiamo piantarcelo con le nostre mani e coltivarlo con il nostro amore".