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MAGNANI ANNA DETTA “NANNARELLA”

TEATRO STABILE d’ABRUZZO COMUNE DI L’AQUILA
In collaborazione con ASSOCIAZIONE TEATRALE ABRUZZESE MOLISANA
Stagione Teatrale Aquilana 2010/2011

RIDOTTO DEL TEATRO COMUNALE
Venerdì 25 febbraio ore 17,30 Turno B
Venerdì 25 febbraio ore 21,00 Turno A

MAGNANI ANNA DETTA "NANNARELLA"
regia di Pino Strabioli
con Anna Mazzamauro
musicisti in scena Riccardo Taddei, Claudio Merico
produzione TEATROPER

Allora eccomi a raccontare Anna Magnani: da tremare, solo al pensiero. Come per raccontare, in Italia la bandiera, Toto’, la patria, la mamma. Intoccabili! Magari da strappare, da uccidere, da beffeggiare, ma sempre da difendere quando siano gli altri a toccare, a strappare, a uccidere, a beffeggiare. Io so che se potesse la Magnani mi chiederebbe: "ma perche’, se proprio te va de sfotte qualcuno, nun te la prendi co’ Eleonora Duse?" Perchè io non amo il pizzo marroncino sbiadito nel tempo. Tu invece hai ancora oggi la faccia bianca infilata per sempre nella notte, e poi la tua nuca lucida come i tuoi gatti. Sono entrata, ho tentato di entrare nelle pieghe della tua nera sottoveste dì donna (un costume, chissà o forse un modo per sentire subito sulla pelle un abbraccio grande di chi avesse saputo offrirtelo), ma con delicatezza, senza mostrare mai la presunzione dì chi vuol far credere dì aver fatto suoi i grandi sentimenti degli altri. Ma delicatezza non vuol dire nascondere i suoi punti esclamativi: "nannarella", gatta randagia e selvatica, tramuta in comicità i graffi dati e ricevuti. E allora ecco, come per magia, riascoltare, riamare la voce di Toto’ che, insieme ad Anna, sporca di carbone le facce dei benpensanti mentre il palcoscenico si anima per accogliere il vero avanspettacolo in tutto il suo spassoso, magro splendore di pailletes e di boa spelacchiati. Ma vicini, come ombre, Luca il suo bimbo di dolore, l’oscar, il suo pupazzo di stupore. E poi Visconti, De Sica, Pasolini. Tutti uniti in una cordata d’amore. E le canzoni! I musicisti che accompagneranno il pubblico che vorrà cantare insieme a me per salutare un’amica.
Anna Mazzamauro