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LOTTA DI NEGRO CONTRO CANI
Regia di Giampiero Solari
Con Remo Girone,Valerio Binasco,
Stefania Orsola Garello,
Alex Van Damme

È un dramma contemporaneo, un linguaggio molto articolato apparentemente letterario con una grande forza teatrale.
"Quando la commedia ha inizio, l’azione è già terminata". In un cantiere francese, in un paese dell’Africa occidentale, Cal, un ingegnere brutale e codardo, ha appena ucciso con un colpo di rivoltella un operaio di colore che gli aveva sputato ai piedi e ha buttato il cadavere nelle fogne. Un "fratello" del morto, Alboury, viene a reclamare il corpo, proprio il giorno in cui Leone, la giovane compagna dell’anziano capocantiere (Horn), arriva da Parigi e osserva timidamente questo continente cosi diverso dal suo mondo. Alboury rifiuta di lasciare il cantiere prima di aver ottenuto ciò che chiede e questo lo porta ad incontrare Leone a più riprese. La giovane donna gli dichiara il suo amore davanti a Horn e gli consiglia di accettare la contropartita finanziaria che lui gli offre. Alboury non accetta. Horn e Cal tentano allora di organizzare l’assassinio di Alboury…

Per il finale vi aspettiamo a teatro. "Lotta di negro contro cani" tocca delle tematiche attuali: la difficoltà estrema di accettazione e comprensione tra due razze, la violenza involontariamente schiacciante con cui l’occidente e tutto il suo sistema culturale ed economico tratta l’Africa e i continenti poveri, con le loro popolazioni ricche di tradizioni e di storia propria. Entra in contatto con la difficoltà di un essere umano di rapportarsi ad un altro essere umano diverso da sé, nonostante l’estrema necessità che sente dell’altro. Tutti temi che potrebbero far pensare ai dibattiti in corso, come il razzismo, il mercato, la difficoltà d’espressione dei sentimenti, l’immigrazione; tutto riporta all’incapacità a volte degli uomini a rapportarsi e a capirsi nel profondo. Quindi un dramma contemporaneo. Il linguaggio di Koltès sprigiona una forte energia poetica che fa pensare a questo autore contemporaneo come a un vero e proprio classico. Si sente la parentela con Shakespeare, Racine e con la tragedia greca. Koltès però nel suo essere contemporaneo inserisce continuamente nei suoi testi elementi non teatrali, che fanno pensare a luoghi reali fuori da un palcoscenico, È un autore che ti mette davanti alla tua condizione umana dandoti diversi strati di lettura, da quello semplice della vicenda ad altri; ti lascia la libertà di leggerlo, comprenderlo e perché no, rifiutarlo! Nonostante la complessità del suo linguaggio ci parla in maniera diretta dando vita, in certi momenti, a una reazione di rifiuto, come quando un amico durante una discussione vi sbatte in faccia la realtà. Quindi uno spettacolo necessario, oggi.

Giampiero Solari
TSA