Il teatro ha un significato solo se ci permette di trascendere la
nostra visione stereotipata, i nostri livelli di giudizio, non tanto per
fare qualcosa fine a se stessa ma per verificare la realtà e, avendo
rinunciato già a tutte le finzioni di ogni giorno, in uno stato
totalmente inerme, svelare, donare, scoprire noi stessi.
Jerzy Grotowski
Non può essere altrimenti: L’Aquila e l’Abruzzo hanno bisogno
di quante più occasioni di incontro. Incontro come possibilità di
tessere il dialogo con la comunità: far scorrere le parole che servono
per rigenerare il nostro senso di appartenenza, far scorrere le parole
che andranno a fondare il nostro futuro. Incontro con un territorio che
si riappropria degli spazi e delle istituzioni, tornando a viverli in una
dimensione di pluralità e di crescita. Incontro come soluzione alla
disgregazione post-terremoto e come nuova occasione di sviluppo
attraverso la cultura.
Il Teatro Stabile d’Abruzzo, che ho l’onore di presiedere, opera
sul territorio dal 1963 e vanta una lunga tradizione caratterizzata dalla
produzione di spettacoli che hanno segnato la storia del teatro
regionale e nazionale. Per continuare a valorizzare un ente molto
sentito e partecipato dalla cittadinanza vorrei finalizzare il mio lavoro
e la mia passione a perseguire uno specifico progetto di crescita, un
nuovo processo di sviluppo che intende mettere a sistema le
potenzialità del nostro teatro.
Attraverso un’istituzione che si renda capace di parlare al
territorio dell’intera regione, puntiamo a ricostruire quel senso di
appartenenza su cui si fonda il benessere di ogni comunità. Può e deve
essere, il nostro, un teatro capace di diventare un punto di riferimento
per le altre realtà segnate dalla terribile esperienza del sisma, e da una
catastrofe che obbliga alla disgregazione e al disagio sociale. Può e
deve essere, il nostro, un teatro che persegue in prima linea l’obiettivo
della ricostruzione sociale, attraverso un’offerta rinnovata, attraverso
le sue stagioni per gli adulti, per gli studenti e per i bambini, attraverso
i laboratori dentro le scuole, dentro i carceri, dentro i centri per gli
anziani, attraverso i festival, le rassegne e gli incontri che promuove
sul territorio. L’obiettivo è quello di far crescere un modello di ripresa
e di fiducia che ponga la cultura al centro, come presupposto
indispensabile per il processo della ricostruzione.
Per farlo, c’è bisogno di un’opera comune. C’è bisogno dell’aiuto
di tutti. Stringersi attorno a un’istituzione che ha i giusti presupposti
per crescere e aumentare il proprio impatto sul territorio significa
considerare il Teatro Stabile d’Abruzzo come una casa comune, uno
spazio di libertà, un luogo dove potersi incontrare e, al contempo,
incontrare quella geografia delle diversità che è la messa in scena di
una vita altra. Una vita che non è la nostra e che, proprio per questo, ci
permette il lusso, durante lo spettacolo, di vivere lontano da noi e, nei
casi più riusciti, di far sedimentare qualcosa, un cruccio, un’emozione,
una domanda, nella nostra memoria di spettatori.
L’obiettivo del Teatro Stabile d’Abruzzo è quello di arrivare al
pubblico di oggi e, insieme, di formare il pubblico del domani.
Metterci a disposizione della comunità, rivendicando un ruolo
primario sulla scena della ricostruzione sociale. Aumentare il dialogo
con le imprese che cerchiamo come partner, per valorizzare la nostra
offerta. Sviluppare tutte le potenzialità ancora inespresse in risultati
concreti.
Annalisa De Simone
Presidente Teatro Stabile d’Abruzzo