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Pubblicato il 20 Gennaio 2011

LE LETTURE NAPOLETANE DI TONI SERVILLO PER LA STAGIONE TEATRALE AQUILANA

TEATRO STABILE d’ABRUZZO COMUNE DI L’AQUILA
In collaborazione con ASSOCIAZIONE TEATRALE ABRUZZESE MOLISANA
Stagione Teatrale Aquilana 2010/2011

AUDITORIUM GUARDIA DI FINANZA
Venerdì 28 gennaio ore 21,00 Turni A e B

LETTURE NAPOLETANE
da Salvatore Di Giacomo, Raffaele Viviani,
Eduardo De Filippo, Enzo Moscato
con Toni Servillo
produzione TEATRI UNITI

Un evento da non perdere le LETTURE NAPOLETANE di e con Toni Servillo in scena Venerdì 28 gennaio, alle ore 21,00, presso l’Auditorium della Guardia di Finanza di L’Aquila per la Stagione Teatrale Aquilana. L’attore e regista propone il suo singolare ed appassionato "viaggio di parola, dedicato a Napoli, città di mille volti e mille contraddizioni". Toni Servillo, protagonista oggi sul grande schermo con "Gorbaciof" di Stefano Incerti e "Noi Credevamo" di Mario Martone, affronta quattro poemetti, amati e noti al grande pubblico, di grandi autori napoletani. Sono Salvatore Di Giacomo, di cui Servillo propone "Lassamme fà a Dio", Eduardo De Filippo ("De Pretore Vincenzo"), Raffaele Viviani ("Fravecature") ed infine Enzo Moscato ("Litoranea"). Realizzando in tal modo "un excursus cronologico – sottolinea l’interprete – dall’Ottocento ad oggi, per mettere in evidenza quanto la lingua napoletana sappia mantenersi viva . Una lingua condivisa che attraversa le classi, unendole e non dividendole, come non accade in molte altre parti d’Italia". Così dalla "scappata" in Terra del Signore, accompagnato da San Pietro tra i vicoli di Napoli, immaginata da Di Giacomo, si passa all’irresistibile "questua" del mariuolo di Eduardo che si rivolge direttamente a Dio chiedendo un posto in Paradiso anche per lui. L’assolo procede mutando registro nella drammatica sequenza di "Fravecature", attualissima sintesi di una morte bianca denunciata da Viviani nella prima metà del secolo scorso. Le "letture napoletane" si concludono con la lingua contemporanea, colta ed allusiva di "Litoranea" di Enzo Moscato, tagliente riflessione sulle contraddizioni e sul degrado di Napoli, che, nel 1991, costituiva il finale di "Rasoi", spettacolo – manifesto di Teatri Uniti, con il quale la compagnia napoletana fondata, tra gli altri, da Toni Servillo, Mario Martone, Andrea Renzi, Licia Maglietta ed Angelo Curti, ottenne una vasta notorietà e il primo grande successo internazionale. "Ho scelto questo accostamento di testi – conclude Toni Servillo – perché ne emerge una lingua viva nel tempo, materna ed esperienziale, che fa diventare le battute espressione, gesto, corpo ed il ritratto di una società popolare e molto legata alle proprie tradizioni. Una società che ha nella napoletanità un tratto distintivo capace di superare classificazioni e ceto sociale".PER INFORMAZIONI E PRENOTAZIONI Botteghino 0862 410956 /348 5247096