L'AVVENTURA DI UN POVERO CRISTIANO IN SCENA A CELANO

Gran finale per "Castellaria, i Teatri dei Marsi al Castello": domenica 29 ottobre, alle 17.30, nella Chiesa Madonna delle Grazie di Celano, va in scena ""L’avventura di un povero cristiano" da Ignazio Silone, con Matteo Auciello, Michele Di Conzo, Stefania Evandro, Giuseppe Morgante, Alberto Santucci, Rita Scognamiglio, Giacomo Vallozza, costumi Chiara Curci, scenografia Ivan Medici, musiche composte ed eseguite dal vivo M° Giuseppe Morgante, regia Antonio Silvagni, prodotto dal Teatro Stabile d’Abruzzo in collaborazione con Lanciavicchio.
La rassegna è promossa dall’Assessorato alle Politiche culturali del Comune di Celano con l’adesione della Direzione del Polo Museale d’Abruzzo.
"La terra d’Abruzzo, – spiega il regista Silvagni- rappresentata spesso come landa bucolica di una umanità troppo ingenua per entrare nella storia, ritrova con Silone la forza di affermare la propria esistenza e recuperare un diritto di parola negato dai secoli; e Celestino diventa simbolo del coraggio di entrare in quella storia proprio attraverso la negazione, la ribellione e la coerenza.
Ed è proprio la presunta ingenuità di Pietro Celestino che restituisce un volto a quell’Abruzzo maltrattato, il volto comunque sorridente di chi non si lascia sedurre dalle tentazioni del potere.
La storia dell’uomo divenuto Papa è trattata da Silone con andamento scarno, privilegiando i contrasti morali e di pensiero. Nel quadro delle dispute tra due mondi forse inconciliabili – perno letterario dell’opera – Silone delinea un contorno umano ‘esemplare’, vivo e schietto, fatto di popolo, di uomini e di chiesa, di sogni terreni e di bisogni spirituali, di nefandezza e poesia, di ottusità e di spiritualità, elementi tutti che entrano in gioco nella vicenda umana e religiosa di S. Celestino e accompagnano l’uomo Pietro Angelerio nelle sue scelte, e che diventano quindi il fulcro teatrale dell’opera.
E un grande confronto artistico: un autore come Ignazio Silone così importante per la nostra terra e per la nostra storia teatrale; un personaggio storico come Celestino V, ancora così vivo nel suo esempio sia per i credenti che per i non credenti; un testo teatrale complesso e denso che ha alla base interrogativi e problematiche molto attuali e che data la complessità dell’opera è stato messo inscena integralmente rare volte".