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LA SIGNORINA GIULIA

di AUGUST STRINDBERG
Traduzione di FRANCO PERRELLI
Regia di ARMANDO PUGLIESE
Con VANESSA GRAVINA, EDOARDO SIRAVO, SIMONETTA GRAZIANO
e con GABRIELLA CASALI, CHIARA ESPOSITO, VALERIA MAFERA, VINCENZO DE MICHELE, FABIANA FUSARO
Scene ANDREA TADDEI
Costumi SILVIA POLIDORI
Musiche GERMANO MAZZOCCHETTI
coreografie AURELIO GATTI
disegno Luci CORRADO REA
in coproduzione con INDIE OCCIDENTALI srl

a ROMA dal 26 febbraio al 9 marzo 2008, TEATRO ITALIA

La Signorina Giulia è forse il testo più felice del drammaturgo svedese. Il dramma si concentra nella contessina Giulia e nel servo Jean che nella notte di San Giovanni, mentre il conte è assente e il popolo si da alla pazza gioia, la signorina Giulia eccitata, invita il servo Jean a ballare con lei. Ella è provocante; e, un po’ seduttrice un po’ sedotta, finisce col darglisi. Jean pensa di approfittare della padroncina, ora diventata sua amante, per realizzare il suo sogno di diventare proprietario di un albergo di lusso, e spinge Giulia a rubare la cassaforte del padre e a fuggire.
Questo è il preludio alla tragedia imminente. Il conte è tornato, Jean rientra nei suoi panni di servo e Giulia, senza più volontà, obbedendo ad un suggerimento di Jean prende il rasoio dalla sue mani ed esce, per non più tornare. La signorina Giulia discendente dalla nobiltà guerriera, cade, e caduta non può sopravvivere, portando innato il senso dell’onore; è tragica pur senza grandezza. Il servo Jean si eleva in quanto seduttore della padroncina, né come servo, ha rimorsi.
L’unico impulso che lo spinge è quello di ascendere socialmente; i mezzi e le occasioni non contano. E’ ignobile, ma, proprio perché tale, il più forte. Il soggetto di questo dramma è preso dalla vita, da una vicenda che l’autore aveva sentito raccontare e che l’aveva colpito particolarmente tanto da pensare che sarebbe stato molto adatto ad essere ridotto in tragedia, poiché si resta profondamente impressionati quando si assiste al naufragio di un essere che precedentemente era stato favorito dalla sorte. Impressiona anche di più assistere all’estinzione di una stirpe. Se non che, anzitutto, il male, in senso assoluto, non esiste, perché se una stirpe volge al tramonto, ciò rappresenta una fortuna per un’altra stirpe che riesce a salire sull’orizzonte. Ma l’alterna vicenda delle ascese e discese costituisce una delle migliori attrattive della vita, giacché la felicità consiste solamente nel confronto. La signorina Giulia diviene così la rappresentazione della lotta cinica e spietata dei sessi, ma anche di due classi sociali: l’aristocrazia, esausta, destinata a soccombere proprio per la raffinatezza della propria sensibilità, e la classe dei paria, rozza e vile, ma carica di energia vitale e pronta a tutto per impossessarsi del potere. L’allestimento dello spettacolo è affidato alla sapiente regia di Armando Pugliese, e vede come protagonista, nel ruolo della signorina Giulia, una intensa Vanessa Gravina e un incisivo Edoardo Siravo nel ruolo di Jean.

La locandina