LA MENZOGNA

Teatro Stabile d’Abruzzo

in collaborazione con

ATAM Associazione Teatrale Abruzzese Molisana
Comune di L’Aquila

Stagione Teatrale Aquilana 2008/2009
TEATRO COMUNALE DI L’AQUILA
Giovedì 26 marzo ore 21,00 turno A
Venerdì 27 marzo ore 21,00 turno B
Sabato 28 marzo ore 16,30 turno C
Domenica 29 marzo ore 16,30 turno D
LA MENZOGNA

ideazione e regia Pippo Delbono

 Produzione: ERT Emilia Romagna Teatro Fondazione, Fondazione del Teatro Stabile di Torino, Teatro di Roma, Théâtre du Rond Point, Maison de la Culture d’Amiens, MALTA Festival Poznan

 Con (in ordine alfabetico):

Dolly Albertin, Gianluca Ballarè, Raffaella Banchelli, Bobò, Antonella De Sarno, Pippo Delbono, Lucia Della Ferrera, Ilaria Distante, Claudio Gasparotto, Gustavo Giacosa, Simone Goggiano, Mario Intruglio, Nelson Lariccia, Julia Morawietz, Gianni Parenti, Mr. Puma, Pepe Robledo, Grazia Spinella

 

Scene: Claude Santerre

Luci: Robert John Resteghini

Costumi: Antonella Cannarozzi

Capo macchinista: Alfredo Ghezzo

Macchinista: Gianluca Bolla

 

Fonico: Angelo Colonna

Capo elettricista: Orlando Bolognesi

Sarta: Elena Giampaoli

Organizzazione: Silvia Cassanelli, Simone De Felice

La menzogna, che trae ispirazione dalla drammatica vicenda della Thyssen-Krupp e dalle numerose altre morti bianche verificatesi nel nostro Paese, e che è patrocinato dal Consiglio Comunale di Torino, nell’ambito dell’Anno della Sicurezza nei luoghi di lavoro, avrà una forte matrice etica e politica e intende offrire spunti universali di riflessione sulle gravi ingiustizie del nostro tempo.
Un’altra sfida per Pippo Delbono che, insieme alla sua Compagnia, si immerge in un nuovo universo di dolore, inquietudine e incertezza umana. Un tema di grande attualità si annida tra le pieghe di questa nuova produzione fino a lasciarne un’eco, un ricordo lontano che si lega alle suggestioni che con libertà Delbono segue, riuscendo a parlarci della vita grazie alle sue intuizioni che fondono musica, danza, parola e azioni fisiche.
"Io sono – racconta Delbono – in una di quelle fasi in cui, quando nasce uno spettacolo, sono un po’ come i bambini, che assorbono tutto e non sanno bene, però, dove vanno. Quindi tutto quello che succede attorno – i sogni, le letture, le musiche, gli incontri – acquista un senso nuovo. Ed è stato così anche in questo caso, per intraprendere un "viaggio" che mi ha proposto Mario Martone.
Io ero a Parigi, e mentre leggevo Il processo di Kafka, Mario mi ha telefonato, parlandomi della Thyssen ed è stato per me come un "risveglio". In fondo, per fare delle "cose" artistiche, abbiamo bisogno di incontrarci, di stimolarci a vicenda, anche se ciò accade raramente ormai. È estremamente bella, però, questa "vicinanza". Lo spettacolo non credo sia esclusivamente politico. Sarà politico-poetico. Credo che questa Città porti con sé un dolore e la coscienza di un dolore, che mi sembra sia stata nel nostro tempo un po’ dimenticata. Quello che ci succede attorno, come delle persone che muoiono ogni giorno in una fabbrica, è qualcosa di profondamente "umano". La coscienza di un dolore, che è poi il dolore della nostra nascita, del nostro morire, delle nostre guerre: tutto questo sembra che sia stato dimenticato.
Sono, attualmente, in quella fase creativa in cui provo a farmi penetrare da tutte queste cose che stanno succedendo, partendo da questo fuoco, partendo da questo dolore, partendo da questo inferno, partendo da questa condizione assurda, surreale, incredibile, ma anche vera. Lo spettacolo partirà da questi morti, ma poi non so verso quale direzione andrà".

 

 

La locandina