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Pubblicato il 04 Aprile 2005

IL "DON CHISCIOTTE" DI ANDRE’ DE LA ROCHE A L’AQUILA

TSA ATAM
Stagione Teatrale Aquilana
Teatro Comunale di L’Aquila

Venerdì 22 aprile ore 21.00 turno A
Sabato 23 aprile ore 16.30 turno C
Sabato 23 aprile ore 21.00 turno B
Domenica 24 aprile ore 16.30 turno D

Ente Nazionale Balletto di Roma
DON CHISCIOTTE
Ovvero Storia del Cavaliere della Fantasia
Liberamente tratto dal romanzo omonimo di Miguel de Cervantes
con Andrè De La Roche
coreografia e soggetto Milena Zullo

Con l’omaggio ad uno dei titoli più amati del repertorio letterario, Don Chisciotte, ovvero Storia del Cavaliere della Fantasia, liberamente tratto dall’omonimo romanzo di Miguel de Cervantes, si chiude la stagione teatrale aquilana, allestita dal TSA e dall’ATAM.
Archetipo di una specialissima condizione umana e proprio per questo figura letteraria elevata a mito, capace di attraversare epoche e culture ed icona esemplare di uno stato dello spirito e della mente del tutto “speciali”, Don Chisciotte è anche una “cultura” del teatro di danza che ha variamente abitato dall’epoca di Noverre, passando per il capolavoro di Pepita, fino alle letture contemporanee di autori come John Neumeier e Birgit Cullberg.
Il coreografo che voglia oggi confrontarsi con il magnifico Hidalgo di Cervantes ha dunque la possibilità di indagare sui più reconditi significati poetici e umani del capolavoro letterario e insieme l’opportunità di confrontarsi, lasciandosi contaminare, con le varie tradizioni teatrali e coreografiche che da quello hanno avuto vita.
E’ ciò che ha fatto Milena Zullo, la coreografa di questo Don Chisciotte, complice la compagnia Balletto di Roma.
Al centro del suo spettacolo la volontà di recuperare quella speciale grazia dettata dall’ironia che attraversa tutta l’epopea: ironia intesa come filtro attraverso il quale leggere le gesta del Cavaliere della Fantasia per scoprire la dignità benefica della immaginazione. Su queste linee, cadenzate come tappe di un viaggio, si muove il Don Chisciotte di Milena Zullo, in una sorta di gioioso, divertito e auspicato ritorno della fantasia al potere.
La storia, quella del gentiluomo di campagna totalmente soggiogato dalle sue letture di fantasia, è narrata su un piano orizzontale, attraverso la serialità degli avvenimenti: l’amore per Dulcinea, le avventure estreme in difesa degli ideali di giustizia, i personaggi incontrati in questo metaforico viaggio, il fido Sancio…
Insomma, una bella storia, di cui oggi avremmo un gran bisogno.
Ad interpretare questo eroe romantico sarà Andrè De La Roche, il grande ballerino di origine corso-vietnamita e adozione americana, affiancato dalla compagnia Balletto di Roma. “La follia” di Antonio Vivaldi è il filo conduttore che accompagna il personaggio. Accanto a Vivaldi le musiche originali di Marco Schiavoni, per sottolineare la modernità del personaggio.

La storia del Cavaliere della Fantasia

Ho voluto mettere a fuoco quanto più mi ha suggestionato di questo personaggio, facendone un racconto che lasciasse ai margini le vicende note, patrimonio di una comune memoria collettiva, nel quale ad esempio uno per tutti, l’episodio dei mulini a vento, per concentrarmi invece sull’aspetto emotivo legato alla ricca capacità immaginifica del Cavaliere.
Le vicende o meglio le sue imprese sono tratteggiate e più che raccontare fatti, rivelano la forza di uno spirito quello di Don Chisciotte e del suo fido compagno Sancio, il suo alter ego, legati a doppio filo nell’intraprendere un viaggio irreale e reale insieme.
Dentro la scatola magica, fatta di colori fantastici e cangianti, Don Chisciotte, con il suo pensiero volitivo, anima la realtà, trasformandola nella bellezza e nella poesia dei valori più nobili, quelli del mondo cavalleresco in cui crede. Fino a che la realtà svestita di colore, spogliata dalla necessità di essere se stessa, ponendo ai margini la Fantasia, finisce per avere il sopravvento.
Nella seconda parte dell’opera, la realtà che aveva assistito incredula, colta di sorpresa da cotanta forza immaginifica, finisce per deridere quest’uomo puro, come incapace di vedere ciò che è, credendo ciecamente a ciò che sente. Tale nuova cornice cruda, privata di poesia, farà morire Don Chisciotte, per liberare il mito, nell’esigenza fortunata che possiede la stessa realtà di nobilitarsi.
Tale mito è fatto sì di puro idealismo e del perseguimento di esso, ma anche a mio parere di tutti quegli ingredienti contenuti nel maschile come la forza dell’immaginazione, il coraggio di cimentarsi nella lotta con e contro se stessi ed altro da sé; una lotta che non teme la fisicità, ma la persegue come unica lotta possibile. Ed ancora il valore della solidarietà perseguito con l’azione e l’omaggio che si vuole fare del proprio valore alla donna-madonna, purificata nella poesia di un pensiero.Tutto questo e mille altre sfumature legate all’universo della fantasia di cui è portavoce rendono Don Chisciotte, per me, il Cavaliere della Fantasia ed ancora più concretamente il perduto paradigma del maschile. Milena Zullo