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Pubblicato il 04 Febbraio 2014

IL BALCONE DI GOLDA PER LA STAGIONE TEATRALE AQUILANA

 

 Una nuova avventura produttiva vede il Teatro Stabile d’Abruzzo sostenere il lavoro di Maria Rosaria Omaggio e di Paola Gassman sul fortunato testo drammaturgico di William Gibson "Golda’s balcony", tradotto e portato in scena con le musiche di Luis Bacalov.
"Il balcone di Golda" arriva a L’Aquila, giovedì 6 febbraio alle ore 21,00 e venerdì 7 febbraio alle ore 17,30 nel Ridotto del Teatro Comunale, dopo aver vinto il premio "In Scena" a Volterra Teatro come miglior spettacolo dell’anno e dopo essere stato applaudito nella lunga tenitura romana che ha raccolto consenso unanime.

"Cosa accade quando l’idealismo diventa potere?" si chiedeva in questo testo il drammaturgo William Gibson. Oltre si potrebbe dire: "Cosa accade quando protagonista dell’idealismo e del potere è una donna, influenzata anche dalle emozioni private?" Così Maria Rosaria Omaggio ha affrontato la regia de Il balcone di Golda. Lo spettacolo, con oltre tremila repliche a Broadway, detiene il record del cartellone più longevo per un monologo. Il lavoro di Gibson è dedicato a una delle figure più importanti della storia del XX secolo: Golda è la Meir, prima donna premier di Israele, quarta al mondo a ricoprire questo ruolo.
Una ‘Lady di ferro’, paragonata alla Thatcher, "il miglior uomo al governo" diceva di lei l’ex premier Ben Gurion. "Invece era una donna, certo forte ma anche con molte fragilità", dice ora Paola Gassman, che la interpreta in Italia. Sola in scena, con alle spalle foto rare e le immagini autentiche di ciò che narra, sorprendentemente ottenute e selezionate con cura dalla Omaggio, soffuse nelle musiche firmate dal premio Oscar Luis Bacalov, Golda rivive raccontandoci la sua, ma anche la nostra, Storia.
La pièce sulla vita della leader israeliana Golda Meir rappresenta un’occasione speciale per far conoscere attraverso il coinvolgimento del teatro un periodo storico fondamentale del conflitto medio-orientale e offrire, col sorriso, le sfaccettature di una delle maggiori figure del secolo scorso. Le vicende sono narrate con precisione saggistica, supportata dai video ben riusciti, con una lancetta bianca, talora tinta di rosso e lampeggiante, che scandisce la storia, i documenti autentici. Le luci colorano il fondo o lasciano apparire i ricordi aiutandoci a immaginare il balcone di Golda, anzi i due balconi dei quali parla, anche se il titolo fa riferimento al soprannome dato alla piattaforma di un settore segreto all’interno della struttura di armi nucleari di Dimona, nel deserto del Negev.
É sapiente e ben dosato l’intreccio tra vicende politiche e fatti storici – rispettati nella loro integrità ben documentata – e la vita di una donna. La regia fa muovere Golda con passo affaticato mentre racconta su una scena essenziale, scandita da pochi elementi: due sedie, un tavolo che si apre in due balconi, e uno schermo su cui scorrono immagini assolutamente autentiche di archivi storici. Ma quelle assi di legno e liste di ferro diventano le gabbie dei polli del kibbutz, la scrivania e la sedia dell’ufficio, la poltrona di casa ruota ed è il podio da conferenza, il tavolo si spacca in due: il balcone di Tel Aviv da dove amava guardare il mare e quello dal quale poteva vedere "l’inferno", come si svela alla fine.
Un’occasione per guardare la storia con gli occhi della memoria e con l’ironia sofferta di una donna ebrea.

Informazioni e prenotazioni Botteghino del Teatro Stabile d’Abruzzo telefono 0862 62946 – 348 5247096.

 

 

GOLDA MEIR (1898-1978)
Golda Mabovitch, in seguito divenuta Meir, nata a Kiev il 3 maggio 1898 e morta a Gerusalemme l’8 dicembre 1978, è stata una politica israeliana, attivista nel movimento sionista che si prefiggeva di creare uno Stato israeliano sotto il mandato britannico, Ministro degli Esteri, quarto premier d’Israele (1969) e prima donna a guidare il governo del suo Paese, quarta a ricoprire tale posizione a livello internazionale. Una donna che, paragonata al primo ministro britannico Margaret Thatcher, venne definita la "lady di ferro" della politica israeliana e quindi per determinazione e rigore strategico "l’unico vero uomo in Israele", tanto che anche David Ben-Gurion, ex primo ministro israeliano, era solito riferirsi a lei citandola come "il miglior uomo al governo". Ma nonostante questo, pur sempre una donna, una moglie, una madre, una nonna. In "Intervista con la storia" di Oriana Fallaci, le note biografiche sono anche di carattere personale: "nacque a Kiev, nel 1898, col nome di Golda Mabovitch, che crebbe in America, a Milwaukee, e qui sposò Morris Meyerson nel 1917, che nel 1918 emigrò con lui in Palestina, che il cognome Meir glielo impose Ben Gurion perché suonasse più ebraico, che il suo successo sbocciò dopo che era stata ambasciatore a Mosca al tempo di Stalin, che fumava almeno sessanta sigarette al giorno, che si nutriva principalmente di caffè, che la sua giornata lavorativa durava diciotto ore, che come primo ministro guadagnava la miserabile cifra di 240.000 lire al mese. Colei da cui dipendeva il destino di milioni di creature, colei che poteva fare o disfare la pace nel Medio Oriente, accendere o spegner la miccia di un conflitto mondiale. … Anche se non si è affatto d’accordo con lei, con la sua politica, la sua ideologia, non si può fare a meno di rispettarla, ammirarla, anzi volerle bene

WILLIAM GIBSON (1914-2008)
Drammaturgo e narratore statunitense. Dopo il debutto nel 1943 con l’atto unico I lay in Zion, si dedicò alla poesia (Winter crook, 1947) e, soprattutto, alla narrativa con il romanzo The Cobweb (La tela del ragno, 1954), centrato sulla malattia mentale. Debuttò a Broadway nel 1958 con Due sull’altalena interpretato da Henry Fonda e la debuttante Anne Bancroft, che diventò un film. La giovane Bancroft divenne la fortunata protagonista anche della sua commedia più famosa The miracle worker (Anna dei miracoli). Il testo, nato nel 1957 come teledramma e rappresentato con enorme successo a Broadway, passò sui palcoscenici di tutto il mondo e divenne un film diretto da Arthur Penn che ricevette una nomination agli Oscar come migliore sceneggiatura non originale e gli Oscar per le due interpreti. In Italia, col titolo Anna dei miracoli, è stato interpretato da Anna Proclemer. «Aveva un talento particolare nel descrivere le donne», ha detto di lui Penn. Non c’è dunque da stupirsi che anche la sua Golda’s balcony (2003), monologo-biografia di Golda Meir, sarebbe finita sui palcoscenici di Broadway e poi in tutto il mondo.

PAOLA GASSMAN
è figlia d’arte, la madre era l’attrice Nora Ricci, prima moglie di Vittorio Gassman.
Si diploma all’Accademia d’Arte drammatica Silvio D’Amico di Roma nel 1968 e dopo il debutto con il Teatro Stabile dell’Aquila, si forma nella compagnia Teatro Libero diretta da Luca Ronconi, che con lo spettacolo Orlando Furioso la vede presente in molte nazioni europee e anche negli Stati Uniti. È stata diretta dal padre Vittorio In O Cesare o nessuno, uno spettacolo sulla vita e il mito di Edmund Kean, Fa male il teatro e Bugie sincere. Alla fine degli anni ‘70 si forma la ditta Pagliai-Gassman che si afferma con notevole successo sia nel genere drammatico che in quello comico, soffermandosi per lungo tempo sul repertorio pirandelliano.
Negli ultimi anni, insieme al marito Ugo Pagliai, con lo spettacolo Luoghi indiscreti della memoria, si cimenta anche con la poesia e con quella letteratura che si lega alla memoria ed al repertorio. Ha recitato con registi quali Squarzina, Castri, Bolognini, Piccardi, Sciaccaluga, Ronconi, Maccarinelli. Nelle ultime stagioni le regie di Maurizio Panici siglano il felice sodalizio artistico con Pietro Longhi. Nel 2007 ha pubblicato presso Marsilio Editore l’autobiografia Una grande famiglia dietro le spalle.

MARIA ROSARIA OMAGGIO
si fa conoscere giovanissima attraverso il piccolo e il grande schermo da una parte, in teatro dall’altra. Esperienze più recenti in cinema: To Rome with love di Woody Allen e il ruolo di Oriana Fallaci nel film Walesa-L’uomo della speranza di Andrzej Wajda, presentato in anteprima mondiale alla 70° Mostra del Cinema di Venezia, ruolo per cui ha vinto il Premio Pasinetti e l’Arechi d’oro al 67° Festival Internazionale del cinema di Salerno. Si ricorda il successo televisivo di Edera diretta da Fabrizio Costa, de II Generale di Luigi Magni con Franco Nero, Erland Josephson e Jacques Perrin, di Donne di mafia di Giuseppe Ferrara, fino al recente tv movie A fari spenti nella notte di Anna Negri. L’attività teatrale è vasta e articolata. Negli anni ha rivolto particolare attenzione al rapporto tra letteratura e teatro: La santa sulla scopa scritta e diretta da Luigi Magni, Sotto banco di Domenico Starnone, Diatriba d’amore contro un uomo seduto, unico testo teatrale del Nobel colombiano Gabriel García Márquez per la regia di Alessandro D’Alatri, ha ideato il recital su poesie futuriste Zang Tumb Tumb e Chiamalavita, tratto dalle opere e dalle canzoni ritrovate di Italo Calvino, primo spettacolo di prosa ospitato nell’Auditorium delle Nazioni Unite a New York.
Ha interpretato e diretto Histoire du soldat di Igor Stravinskij. Ha messo in scena Il canto di Didone da Virgilio, Ovidio e Ungaretti per voce recitante, pianoforte, soprano e coro. Ha ideato e interpretato Sensi Dannunziani, reading di testi del Vate e della Duse su musica. Il suo recital Omaggio a voi ripercorre le tante eroine interpretate. Per la regia de Il balcone di Golda di William Gibson ha vinto il premio "In scena Volterra teatro 2012". Ha pubblicato vari saggi. Per l’intenso impegno nel sociale è Goodwill Ambassador UNICEF e ha fondato il progetto Il teatro per l’Unicef.

LUIS BACALOV
pianista e compositore, è nato a Buenos Aires, dove ha iniziato la sua formazione musicale all’età di cinque anni con il professor Enrique Baremboim continuando poi gli studi con Berta Sujovolsky (allieva di Schnabel). Inizia giovanissimo l’attività concertistica in Argentina, come solista, in duo con il violinista Alberto Lisy ed in vari gruppi da camera. Fa ricerche sul folklore musicale di varie nazioni sudamericane, lavorando in questa disciplina per la Radio e la televisione Colombiana, dove inoltre fa conoscere, come interprete, la produzione pianistica americana dell’Ottocento e del Novecento.
In Italia e in Francia, a partire dagli anni ’60, è molto attivo come compositore per il cinema, collaborando tra gli altri con registi quali Lattuada, Damiani, Scola, Petri, Giraldi, Wertmuller, Kurys, Stora, Lefebvre, Borowczyk, Greco, i fratelli Frazzi, Pasolini, Fellini, Radford e Rosi.
Per le musiche de "Il Postino", con la regia di Massimo Troisi, ha avuto il Premio Oscar.