AUDITORIUM GUARDIA DI FINANZA
Giovedì 10 aprile ore 21,00 Turni A e B
GABRIELE D’ANNUNZIO, tra amori e battaglie
uno spettacolo di Edoardo Sylos Labini
liberamente tratto da "L’amante guerriero" di Giordano Bruno Guerri
drammaturgia Francesco Sala e Edoardo Sylos Labini
regia Francesco Sala
scene e costumi Marta Crisolini Malatesta
disegno luci Sandro Manca
con Edoardo Sylos Labini, Giorgia Sinicorni, Alice Viglioglia,
Viola Pornaro, Silvia Siravo, dJ Antonello Aprea
Produzione RG produzioni
Immaginate di entrare come in un incantesimo in quella casa museo che è il Vittoriale degli Italiani. Preparatevi a incontrare il Vate, in compagnia della sua fedele domestica Aélis, a rivivere con lui alcuni momenti salienti della sua biografia, delle sua estetica decadente. Preparatevi a immergervi nell’atmosfera della Roma de "Il Piacere", a spiare il suo modo di sedurre e incantare la duchessina Maria Hardouin,
a essere testimoni della relazione epistolare con la diva del momento, l’attrice Eleonora Duse. Preparatevi a scappare con d’Annunzio in Francia, rincorso dai tanti creditori, per poi tornare trionfalmente in Italia nelle trincee della Prima Guerra Mondiale, sui cieli di Vienna, tra le vie della città di Fiume. E preparatevi a rivivere l’esilio dorato del Vate al Vittoriale con la pianista Luisa Baccara, il decadimento, la droga, il d’Annunzio segreto, poeta, eroe, artista, esteta, uomo di marketing, indiscutibile protagonista della Storia e della Letteratura italiana, che ha saputo fare della propria vita come si fa un’opera d’arte.
NOTA DI REGIA
Forse nel finale c’è la chiave di volta del personaggio Gabriele d’Annunzio: "Qualche volta odo scorrere la vita, nelsilenzio. Chi mai potrà indovinare oggi quello che di me ho voluto nascondere?" Un’identità nascosta la sua? In teatro ci si mette la maschera, una maschera che d’Annunzio personaggio ha tenuto per tutta la vita: Vate, poeta guerriero,politico e seduttore. Attraverso il suo linguaggio ci siamo dovuti scontrare e confrontare con la sua modernità di stile, ma è nel binomio arte-vita la sua consacrazione a unico modello di riferimento per la nostra Cultura. D’Annunzio creò una mitologia fatta di ricercate dediche calligrafiche alle sue amanti, di personale design, di invenzioni pubblicitarie, di eventi pubblici e di politica attiva: si pensi all’impresa fiumana o al volo su Vienna. Tutto era per lui bruciante passione. La scena riprende la sua ultima dimora a Gardone Riviera, il Vittoriale, che d’Annunzio si dedicò fin dal 1921 ad arredare personalmente con l’aiuto dell’arch. Maroni. Vittoriale come scenografia delle sue creazioni e trasfigurazioni. Una casa teatro della mente, dove, collocato in alto, inquadrato dentro una spaziosa cornice, c’è l’altro d’Annunzio: un dj. Sarà lui a scandire l’intera colonna sonora dello spettacolo, reinterpretando la concezione wagneriana della musica tanto cara al Vate. Musica come suono violento, come rullo di tamburo, non mezzo a servizio del testo ma superamento del testo stesso. Teatro come arte magica e manifestazione di Poesia.
Francesco Sala