FALSTAFF E IL SUO SERVO

mercoledì 18 dicembre ore 21,00 

giovedì 19 dicembre ore 17,30 

TEATRO STABILE d’ABRUZZO CENTRO TEATRALE BRESCIANO TEATRO DE GLI INCAMMINATI

FALSTAFF E IL SUO SERVO

di Nicola Fano e Antonio Calenda
da William Shakespeare
regia Antonio Calenda
scene e costumi Laura Giannisi
musiche Germano Mazzocchetti
luci Cesare Agoni
movimenti scenici Jacqueline Bulness
con Franco Branciaroli, Massimo De Francovich,
Valentina Violo, Valentina D’Andrea, Alessio Esposito, Matteo Baronchelli

Sinossi

Lo spettacolo, ripercorrendo gli ultimi giorni di vita di Falstaff, evoca tutte le sue avventure: un teatro nel teatro nel quale il

Servo assume il ruolo di regista demiurgo e Falstaff quello di eroe tragicomico. Ne viene fuori un catalogo delle beffe subìte dal personaggio fino all’epilogo drammatico: la rottura con l’amico/ allievo di sempre Enrico e l’abbandono in solitudine, lontano da quella guerra di Agincourt dove tutti gli altri – non lui – conquisteranno gloria eterna. Naturalmente, in questa cavalcata nella propria vita, Falstaff avrà accanto i sodali che Shakespeare gli aveva assegnato: le comari di

Windsor, l’Ostessa, ma anche i compagni di bevute Bardolph e Francis… Anzi, saranno proprio loro a issarlo su un grande cavallo dal quale egli cadrà definitivamente nella polvere, assecondando il piano terribile del Servo che, grazie a lui, cercherà di trasformarsi definitivamente in un padrone.

Omaggio a Falstaff (e a Iago)

di Nicola Fano e Antonio Calenda

Falstaff è un personaggio unico nel canone shakespeariano: è un uomo disperatamente innamorato della quantità della vita. Il mondo e il teatro di Shakespeare sono pieni di geniali ragionatori (foss’anche amanti profittatori o torbidi politici o paladini incerti della solitudine) o di virtuosi pensatori (e soprattutto virtuose pensatrici): Falstaff no. Falstaff non è nulla di tutto questo: è un uomo che antepone la vita da vivere a qualunque ragione; e tutto in lui diventa funzionale alla prossima avventura.

Che è come dire la prossima vita. In lui, infatti, Shakespeare ha messo il germe di quegli uomini che non si fermano mai a pensare e che mentre – poniamo corteggiano una donna, già pensano al bottino di carni o di denari da sgraffignare domani. Un personaggio unico, dunque. E attualissimo: come non pensare, seguendo le sue smanie, alla frenesia dell’uomo iperconnesso che vive contemporaneamente mille vite (vere o virtuali) pur di dimostrare a se stesso che esiste?

Ecco, così noi abbiamo immaginato Falstaff: come l’antieroe di tutti i più grandi personaggi di Shakespeare. Se la modernità di Shakespeare è nella rappresentazione

del dubbio, dell’imperfezione consapevole dell’individuo (quella di cui Amleto e Iago

forniscono due filosofie gemelle ancorché opposte), la sua postmodernità è nel grassone che twitta per essere. Da qui a cedere alla tentazione di mettere questi due

antagonisti shakespeariani a confronto, il passo è stato breve. E così è nato un copione che collaziona battute (e concezioni di vita) provenienti da molti angoli del canone shakespeariano dentro a una trama tratta dai quattro testi che, direttamente o meno, Shakespeare dedicò alla sua creazione più atipica. Ossia le due parti di Enrico IV, poi Enrico V e naturalmente Le allegre comaridi Windsor.

Ma perché – direte voi – confezionare un copione con battute raccolte qui e là dal Canone e non mettere in scena direttamente l’originale? La risposta è semplice e insegue un’ipotesi critica (perché questo spettacolo è innanzitutto un divertimento intorno a Shakespeare): solo mettendo a confronto Iago e Falsfatt, Amleto e Falstaff, Jacques e Falstaff si può arrivare, oggi, a cogliere la contemporaneità di quella maschera di pancione che si occupa solamente di riempire il mondo di se stesso.

Dove e quando

Ridotto Teatro Comunale, L'Aquila - 18 December 2019, 21:00
Ridotto Teatro Comunale, L'Aquila - 19 December 2019, 17:30