DIARIO DI UNA NOTTE DI MEZZ'ESTATE 15. VI PRESENTO I NOSTRI ALLIEVI-ATTORI. GLI ARTIGIANI-ATTOR

Mentre le nostre prove proseguono, continuo a presentarvi i nostri allievi-attori.
Questa volta vi parlo degli interpreti di Bottom e degli altri artigiani-attori che si sono riuniti alla quercia del duca, a un miglio di distanza da Atene, per provare "La lamentevolissima e crudelissima morte di Piramo e Tisbe", da presentare davanti al duca Teseo e ad Ippolita il giorno delle loro nozze.
Nick Bottom, il tessitore, è interpretato da Daniele Paoloni.
Peter Quince, il falegname, è interpretato da Gianni Spezzano.
Francis Flute, l’aggiusta mantici, è interpretato da Mario Sechi.
Tom Snout, il calderaio, è interpretato da Gianni Rossi.
Snug, lo stipettaio, è interpretato da Stefano Moretti.
Robin Starveling, il sarto, è interpretato da Simone Villani.
Stefano Moretti è nato a L’Aquila ed ha iniziato il proprio percorso teatrale nella sua città con Daniele Fracassi ed Eva Martelli dell’Ass. cult. Il Piccolo Resto. Poi ha frequentato il Centro Duse Studio, diretto da Francesca De Sapio a Roma.
Ha fatto stage con Sergio Rubini ed Emanuela Giordano.
Ha debuttato a teatro con uno studio su "Oblomov" di Goncarov, , a cura di Daniele Fracassi, da cui in seguito è stato diretto anche in "La tempesta" di Shakespeare, "Terra" di E. Lee Masters, "Le sedie" di E. Ionesco (assistente alla regia) e "Il Molière" di Goldoni.
E’ stato diretto anche da Gaetano Filice in "Io odio il moro", tratto dall’"Otello" di Shakespeare, e "Modus Vivendi (Inferno e utopia del mondo liquido)", di Z. Baumann, e da Giorgio Colangelo in "Le città invisibili", di I. Calvino, e "Duras mon amour".
Ha partecipato a diversi cortometraggi, tra cui "Vida" di E. Cotellessa e A. De Petris, "Màniæ" di L. La Vopa, "Rendez Vous" di L. Parente, "Il caffè non esiste" di D. La Chioma e "Precarietà a tempo indeterminato" di A. Graffeo e R. Morabito. E’ nel video clip di "Stay with me" di Hanet, regia di V. Masotti.
Ha lavorato come attore nelle pubblicità Enel e Tim Cloud.
Ha trovato anche il tempo di conseguire la laurea specialistica in Architettura ed Ingegneria Edile.
Nel nostro "Sogno di una notte di mezza estate" interpreta l’artigiano-attore Snug, lo stipettaio.
Stefano, cosa pensi di quest’esperienza che stai facendo al laboratorio su "Sogno di una notte di mezza estate"?
<< E’ stato un arricchimento enorme. Da una parte c’è stata l’indagine diretta sul metodo russo di lavorare. Io vengo da una formazione Metodo Stanislavskij – Strasberg, quindi un filone americanizzato a partire dagli anni ’50 e riadattato ancora una volta in Italia. Quindi avevo molta curiosità di capire come invece parallelamente il contributo di Stanislavskij si fosse evoluto in patria.
La scoperta più grande è stata vedere come Karpov parte dal corpo per costruire il mondo emotivo, mentre invece il mio lavoro fino ad oggi è stato preparare il rilassamento del corpo per permettere alle emozioni di fluire liberamente colorandolo.
Un altro momento importante, delicato, è stato il confronto sullo stesso materiale drammaturgico di due maestri, Karpov e Baracco, con background differenti.
Baracco è stato una piacevole rivelazione per la sua meticolosità nell’allestimento, per la carica evocativa e le sue scelte musicali, coreografiche e di carattere grazie anche all’aiuto di Ersilia e Daniele. >>
Come definiresti il personaggio che interpreti?
<< Il mio personaggio, per quanto di rilevanza secondaria ai fini della narrazione, è una occasione importante per attingere a una vena comico-imbranata. E’ un essere insicuro, con bassissima autostima, ma animato da una passione acerba e quasi infantile per il teatro che lo porta ad unirsi a un gruppo di dilettanti nell’illusione innocente di essere invece al centro di un’eccellente opera d’arte. E’ uno di quei ruoli di spalla che richiedono un accurato lavoro di controscene. >>
Daniele Paoloni è nato ad Avezzano (AQ), ma vive a Roma.
Ha conseguito la laurea in "Comunicazione Internazionale" presso l’Università per Stranieri di Perugia.
Ha studiato recitazione presso "Teatro dei colori" nella sua città natale, poi a Teramo con l’acting coach Bernard Hiller e in laboratori (a cura di Sabine Van Der Steur e Mehdi Kraiem) presso Chartago Teatro a Perugia. Importanti sono stati anche i workshop intensivi di training e script analysis sul metodo Stanislavskij-Strasberg diretti da Michael Margotta presso l’Actor’s Center a Roma e il laboratorio "In-vitro" diretto da Cristina Pezzoli e Letizia Russo.
Ha preso parte anche ad un laboratorio di danza a cura di Gabriella Borni.
Ha partecipato a un laboratorio-studio su "Il misantropo" di Molière a cura di Paolo Zuccari, il laboratorio "Si prova l’Amleto" a cura di Piepaolo Sepe e un laboratorio residenziale a cura di M. Margotta D. Lemmo, D. Bogomolov, A. Angelici, E. De Meglio, A. Trovato e S. Casavecchia.
Ha lavorato, tra l’altro, con registi del calibro di Gabriele Ciaccia in "Acque" e "Esercizi di stile", Mehdi Kraiem in "La festa delle donne", "M" e "Sogno di una notte di mezza estate", Paolo Zuccari in "Tre sorelle" e "Il misantropo", Sandro Torella in "Try black", Danilo Nigrelli in "Traditi", Marcello Cotugno in "Confessioni di una mente criminale", Vincenzo Stango in "Bar… Lume bistrot letterario", Maria D’Arienzo in "Oblioterati" e Dacia Maraini in "Il respiro leggero dell’Abruzzo".
E’ stato assistente alla regia di Antonio Ianniello in "Devi essere forte" e poi ha collaborato alla regia di "Bairdo il mondo in scatola – piccola fiaba per quattro donne" e "Questa tosse" entrambe dirette dallo stesso Ianniello.
Ha collaborato alla regia anche di "Orestea. Uno studio", "La morsa" e "Sette melodie per flauto", tutti diretti da Paolo Zuccari.
Ha scritto e diretto "Come le formiche".
Ha partecipato come attore alle pubblicità di Toyota e Unicredit.
Infine è stato diretto nel cortometraggio "Every day" di Gianni Spezzano.
Nel nostro "Sogno di una notte di mezza estate" interpreta l’artigiano-attore Nick Bottom, il tessitore.
Daniele, cosa pensi di quest’esperienza che stai facendo al laboratorio su "Sogno di una notte di mezza estate"?
<< La cosa bella del partecipare a questo laboratorio è innanzitutto quello di fare qualcosa da regalare alla mia terra.
Ho imparato da Karpov e da Maria Shmaevich diverse cose: ho colmato alcune piccole lacune che avevo nella mia formazione per quanto riguarda il movimento. Ho trovato molto stimolante il momento del training con Maria Shmaevich. Karpov è stato anche un momento di confronto con gli attori, con chi era più avanti di me. E’ stata una crescita.
La parte di lavoro con Andrea Baracco, attorialmente, è illuminante perché lui è un regista che con poche parole riesce a darti delle chiavi e a "illuminarti"delle strade verso il personaggio. Questo è un dono che lui ha: con poche parole ti apre dei mondi. E’ una cosa moto bella. E’ un dono che lui ci "dona". E’ come se con poche parole riuscisse ad accenderti un faro sulla chiave interpretativa dell’attore stesso. Come se avesse la capacità di aiutarti a chiarire quello che tu attore vuoi dire del personaggio. Mi piace tantissimo lavorarci insieme. Cerco di ripagare la fiducia che mi ha dato con il 100% di me stesso.
Vorrei dire due cose su Ersilia Lombardo e Daniele Muratore. Ersilia fa un lavoro molto accurato su di noi. Ha molta pazienza; è molto preparata; è molto brava a trasmettere l’obiettivo a cui vuole arrivare. Daniele è un appoggio insostituibile, sempre presente. >>
Come definiresti il personaggio che interpreti?
<< Bottom è uno dei personaggi più "magici" del "Sogno di una notte di mezza estate" perché insieme agli artigiani rappresenta il popolo, la condizione umana di coloro che lavorano con le mani, che coltivano il loro sogno e aspettano il giorno di esprimere quello che veramente hanno dentro… e fare la recita davanti al duca.
E’ "magico" perché è l’unico dei personaggi che partendo da questo mondo di concretezza e di lavoro manuale si scontra e si lascia penetrare dal mondo fatato e ne esce cambiato. E’ come se riscoprisse gli occhi del bambino, cioè il senso della meraviglia.
Nella mia interpretazione con Andrea Baracco stiamo lavorando su questa urgenza di voler fare, di voler comunicare, di voler dire quello che ha dentro. E’ uno egli aspetti che mi piacciono di più di questo personaggio: quello di trasmettere agli altri il proprio mondo interiore. >>
Gianni Rossi è nato a Orzinuovi (BS), ma vive a Roma, dove ha conseguito il diploma di laurea triennale alla Link Academy. Ha partecipato a stage a cura di Carlo Simoni (su "Il teatro comico" di C. Goldoni), Flavio De Berardinis (fotogenia e recitazione cinematografica), Margarete Assmuth (voce metodo Linklater), Nikolaj Karpov (recitazione e biomeccanica teatrale), Andrea Pangallo (commedia dell’arte), Marzia Dal Fabbro (doppiaggio), Ilaria Amaldi (musical theatre), Ryan Ellsworth e Teo Ghil (Shakespeare e combattimento scenico).
E’ stato diretto da Federica Tatulli ("Terrore e miseria del III Reich"), Sabrina Dodaro ("Strandalandia"), Bianca Ara ("Seven Jewish children"), Roberto Gandini ("Turandot") e da Alessandro Preziosi ("Cyrano de Bergerac", edizione 2012/2013).
Ha praticato nuoto a livello agonistico.
Nel nostro "Sogno di una notte di mezza estate" interpreta l’artigiano-attore Tom Snout, il calderaio.
Gianni, cosa pensi di quest’esperienza che stai facendo al laboratorio su "Sogno di una notte di mezza estate"?
<< Avevo già lavorato con Karpov in accademia in uno stage su "Don Giovanni".
Su Karpov il responso è positivo perché lo reputo un grande pedagogo; è un grande maestro perchè il suo lavoro mira a offrirti un metodo che puoi applicare su qualsiasi testo.
Invece, era la prima volta che lavoravo con Maria Shmaevich. Il lavoro è molto duro, ma mi ha aiutato a sbloccarmi dal punto di vista fisico, anche se il laboratorio è durato poco.
E’ la prima volta che lavoro con Baracco. La sua messinscena dello spettacolo è molto poetica, ma anche visionaria. Sono soddisfatto del lavoro che sto facendo con lui. Ed anche con Ersilia Lombardo. Apprezzo l’utilizzo della musica e dei movimenti corporei nelle scene, anche abbinata a partiture fisiche che contribuiscono a rendere il tutto più interessante.
Mi trovo molto bene con il gruppo dei ragazzi e credo che tutti stiano lavorando con grande impegno. >>
Come definiresti il personaggio che interpreti?
<< Io interpreto Snout, che è un calderaio. Fondamentalmente è un artigiano e quindi un uomo molto semplice, di umili origini, che ogni tanto si diverte a fare l’attore.
Gli artigiani non sono veri attori, ma si dilettano nel recitare e vogliono mettere in scena una grande opera teatrale per le nozze de duca Teseo. Durante lo spettacolo di fronte al duca interpreta il "muro" che, nonostante sia un muro, in realtà è un personaggio parlante.
E proprio perché Snout è molto ingenuo, a volte risulta comico. E così anche il muro.
Mario Sechi, nato a Cagliari, ha studiato alla Link Academy di Roma.
E’ attore, ma ha svolto anche lavori dietro le quinte, come il tecnico del suono.
E’ stato diretto da Gaetano Marino ("La cantatrice calva" di Eugene Ionesco, il reading "Bellas mariposas" di Sergio Atzeni, "Tutti al macello" di Boris Vian, "Esercizi di stile" di Raymond Queneau, "Confessioni" di autori vari, "L’orso" di Anton Cechov"), Marcello Cotugno ("Due vecchiette vanno a nord", "Accadimento", "Le intellettuali" di Molière), Paola Balbi ("Passeggiata shakespeariana"), Fabiana Iacozilli ("Il gabbiano" di Anton Cechov), Nicolo Columbano ("Sucker Punch"), Luca Guerini ("Voci distratte all’orecchio"), Beatrice Gregorini ("Il drago" di Evgenij Schwartz).
Ha partecipato al cortometraggio di Gabriel Cash su "Lupin III" e ha svolto letture poetiche.
Nel nostro "Sogno di una notte di mezza estate" interpreta l’artigiano-attore Francis Flute, l’aggiusta mantici.
Mario, cosa pensi di quest’esperienza che stai facendo al laboratorio su "Sogno di una notte di mezza estate"?
<< E’ un lavoro molto interessante. Abbiamo lavorato con dei maestri. Stiamo facendo un bel lavoro dal punto di vista fisico dei movimenti, imparare a gestire il proprio corpo e a utilizzarlo in maniera scenica, sia con Karpov che con Baracco.
In passato con Andrea Baracco abbiamo fatto "Gli amanti del sogno" in accademia. >>
Come definiresti il personaggio che interpreti?
<< Il mio personaggio è uno degli artigiani. Flute, che nella rappresentazione poi fa Tisbe; quindi è un personaggio che insieme agli altri artigiani va un po’ in contrasto con gli altri (fate e personaggi mitologici).
La cosa che mi ha divertito di più è come certe scene sono state trasformate da Baracco. Riesce sempre a trovargli una visione originale. >>
Gianni Spezzano è nato a Napoli, ma vive a Roma. Attore e drammaturgo, dopo il percorso universitario (laurea in "Scienze della Comunicazione" presso l’Università degli Studi di Salerno), ha conseguito il BA in Performing Art presso la Link Academy di Roma.
Ha partecipato a stage a cura di Daniele Timpano ed Elvira Frosini, Andrea Pangallo, Nikolaj Karpov, Margarete Assmuth, Flavio De Berardinis, Alessandro Preziosi e Tommaso Mattei e Carlo Simoni.
Ha preso parte ad un laboratorio presso Chartago Teatro di Mehdi Kraiem di Perugia e, ovviamente, ai nostri: quello di quest’anno a cura di Andrea Baracco e Nikolaj Karpov su "Sogno di una notte di mezza estate" di Shakespeare e quello dello scorso anno a cura di Andrea Baracco e Luca Ventura su "Troilo e Cressida" di Shakespeare (entrambi sotto la direzione artistica di Alessandro Preziosi).
La sua attività drammaturgica inizia con il corto "2×1" 2° classificato a Shorts presso il Teatro dei Satiri, per poi continuare con lo spettacolo "Con le frecce contro i carri armati" – 1° capitolo della trilogia sul Controllo. Poi ha scritto "Switch on" e diversi monologhi teatrali tra cui "Patrizio – come quei divi di Hollywood che sono eterni", "Catherine – je t’aime à la follie comme une pousse à l’agonie" e "La Settima Verità". Seguono poi "Formiche", "L’ultimo atto" e "Il più bel regalo".
Con "Patrizio – come quei divi di Hollywood che sono eterni", diretto da Marcello Cotugno, nel 2013, ha vinto diversi premi: Premio Centro al Migliore Attore con Medaglia del Presidente della Repubblica On. Giorgio Napolitano, per l’interpretazione, 1° classificato a "Uno – festival di monologhi teatrali", presso Teatro del Romito (FI), e premio al Migliore Attore ed infine, Premio Miglior Performer e Miglior Corto a Teatri Riflessi V edizione (CT).
Ha partecipato come attore ai cortometraggi "Scontro a fuoco", regia di Nino Russo e "Evviva gli sposi" regia di Marco Castellano; ha preso parte al lungometraggio "La vita che sognavo" di Marcello Cotugno e alla webserie "Strage", regia di Roberto Colasante.
In teatro è stato diretto da Federica Tatulli ("Terrore e miseria del III Reich"), Bianca Ara ("A play for Gaza"), Roberto Gandini ("Turandot"), Paola Balbi ("Passeggiata shakespeariana"), Andrea Taddei ("Pene d’amore perdute"), Luca Di Gennaro ("Social netFucking"), Giancarlo Gentilucci ("Cos’è la filosofia? Heidegger e la questione tedesca. Concerto da tavolo"), Marcello Cotugno ("Patrizio") e Ugo Mangini ("Gelatina umana").
Spezzano ha diretto "Con le frecce contro i carri armati" (insieme a Luca Di Gennaro e Giannina Raspini) ed ha affiancato Saverio Tavano nella regia di "Formiche".
Come già ricordato, insieme a Luca Di Gennaro e Valentina Baleani ha fondato la compagnia teatrale Thea’TeRm.
L’anno scorso, nello spettacolo finale del laboratorio su "Troilo e Cressida. Ovvero l’invenzione dell’umano" Gianni Spezzano ha interpretato Ettore. Ha anche partecipato al cortometraggio "Andromaca" interpretando lo stesso personaggio.
Nel nostro "Sogno di una notte di mezza estate" interpreta due personaggi: Egeo e l’artigiano-attore Peter Quince, falegname.
Gianni, hai partecipato anche al laboratorio su "Troilo e Cressida" dell’anno scorso. Cosa pensi di questa nuova esperienza del laboratorio su "Sogno di una notte di mezza estate"?
<< Quest’anno Andrea Baracco sta creando una messinscena molto più poetica rispetto all’anno scorso e questo stimola molto la mia immaginazione.
E’ stato bello ritrovare vecchi colleghi e incontrare nuovi professionisti del panorama teatrale italiano. >>
In "Sogno di una notte di mezza estate" interpreti due personaggi: Egeo e l’artigiano-attore Peter Quince. Come li definiresti?
<< Egeo io lo vedo come una sorta di avvocato appartenente alla "casta": fa parte della "casta" che protegge solo la sua "casta". Un po’ corporativista. Però capisco questo senso di possessione nei confronti una persona amata, cioè Ermia.
Mentre invece Peter Quince è il classico regista di teatro amatoriale di cui nella mia città ci sono tantissimi esempi. E’ più la voglia di ostentare un’esperienza artistica piuttosto che averne realmente la capacità. Il mio personaggio non si pone se è in grado di fare il regista. Lo fa e basta. Lui è convinto che lo sa fare senza averne le capacità.
Peter Quince ha bisogno di Bottom perché è il miglior attore, ma non vuole che si mini il suo ruolo. >>
Simone Villani è nato a L’Aquila. Attualmente è iscritto al secondo anno della Link Academy di Roma.
Ha preso parte ad un workshop shakespeariano a Londra a cura di Paola Balbi e Matteo Ghilardi ed ovviamente, ai nostri laboratori di teatro: quello di quest’anno a cura di Andrea Baracco e Nikolaj Karpov su "Sogno di una notte di mezza estate" di Shakespeare e quello dello scorso anno a cura di Andrea Baracco e Luca Ventura su "Troilo e Cressida" di Shakespeare (entrambi sotto la direzione artistica di Alessandro Preziosi).
Ha partecipato alla pièce "Miseria e nobiltà", regia di Dalila Curiazzi e poi a "La bottega dell’arte", regia di Luca Rodella.
L’anno scorso, nello spettacolo finale del laboratorio su "Troilo e Cressida. Ovvero l’invenzione dell’umano" Simone Villani ha interpretato un soldato troiano e un mirmidone. Ha partecipato anche al cortometraggio "Andromaca" interpretando Troilo.
Nel nostro "Sogno di una notte di mezza estate" interpreta l’artigiano-attore Robin Starveling, il sarto.
Simone, hai partecipato anche al laboratorio su "Troilo e Cressida" dell’anno scorso. Cosa pensi di questa nuova esperienza del laboratorio su "Sogno di una notte di mezza estate"?
<< Partecipare ogni anno a un evento simile è sempre sia un onore che un piacere per me che sono di L’Aquila. Penso che il progetto de "I cantieri dell’immaginario" sia una manifestazione culturale molto importante per dare un aiuto alla rinascita della città visto che sia nella passata edizione che i questa tutti gli spettacoli presenti in cartellone si svolgono nel centro storico.
Quest’anno devo dire che c’è un gruppo molto affiatato, forse anche perché siamo un po’ di meno rispetto all’anno scorso. E questo ha sicuramente aiutato nella realizzazione dello spettacolo.
Dal punto di vista didattico, in questo laboratorio c’è stata la possibilità di lavorare con un maestro di biomeccanica teatrale e soprattutto di recitazione come Nikolaj Karpov che, ovviamente, per un giovane attore come me, che sta ancora frequentando l’accademia è un’opportunità importantissima per lo studio di un metodo applicato al testo shakespeariano e per la crescita personale.
In entrambe le edizioni del laboratorio abbiamo affrontato due testi di William Shakespeare, anche se quello dell’anno scorso, "Troilo e Cressida", dava molto più spazio alla coralità, mentre nel "Sogno di una notte di mezza estate" i ruoli sono molto più definiti.
Rimando sempre affascinato dal lavoro di Andrea Baracco, soprattutto per come ogni volta riesce a rapportarsi con le difficoltà dell’opera shakespeariana e a trovare un’interpretazione moderna, sempre rispettando il testo originale e coinvolgendo lo spettatore, come è successo nella passata edizione, in una dimensione quasi mistica.
Lavorare con Andrea Baracco è ogni volta una novità forse perché non segue rigidamente nessun metodo e vuole che attraverso le sue indicazioni e i suoi consigli, sia l’attore a trovare il proprio percorso. Per poi arrivare al risultato finale, ossia la definizione del personaggio.
Come definiresti il personaggio che interpreti?
<<Lo definirei un sarto poco affidabile nel suo lavoro che rimane stregato molto da quest’idea di dover realizzare uno spettacolo insieme ai suoi compagni il giorno delle nozze di Teseo e Ippolita e si lascia coinvolgere in questa recita dal capocomico Peter Quince che lui vede come un vero e proprio maestro e al tempo stesso, però, non riesce a sopportare la presenza di Nick Bottom che cerca in tutti i modi di attirare l’attenzione su di se, ostacolando il lavoro di Quince.
Nella recita finale il compito che Quince gli affida è quello di interpretare la madre di Tisbe, ma credo che se anche gli fosse stato chiesto di fare il soprammobile avrebbe accettato pur di non dover stare ore e ore chiuso bella sua bottega.
La cosa più interessante di questo laboratorio è stata proprio quella di far parte del gruppo di comici (che sono i personaggi che preferisco di più in tutta l’opera) perché è molto divertente l’interpretazione che ha voluto dare Andrea Baracco che rispecchia un po’ la realtà di alcuni attori che ogni qual volta vengono chiamati per un lavoro si sentono come delle piccole star. >>
ANNALISA CIUFFETELLI