DIARIO DI UNA NOTTE DI MEZZ’ESTATE 14. VI PRESENTO I NOSTRI ALLIEVI-ATTORI. LE FATE

Le fate sono sempre con Titania. Dove va lei, ci sono anche loro. Sono presenti nell’incontro/scontro con Oberon, cantano una canzone per cullare Titania nel suo addormentarsi, si prendono dolcemente e sensualmente cura di Bottom quando viene trasformato in un uomo dalla testa d’asino e Titania se ne innamora, …
Nei giorni scorsi vi ho presentato gli allievi-attori che interpretano Oberon e Titania. Oggi vi presento le fate. Ne sono 5 e sono interpretate da Giulia Cacciamani, Chiara Di Muzio, Laura Martinelli, Giannina Raspini e Diletta Scrima.
Giulia Cacciamani, romana, alterna lezioni di canto a lezioni di recitazione. Si diploma quest’anno presso la Link Academy di Roma.
Ha studiato canto e musical presso il Saint Louis College of Music con Mariagrazia Fontana, poi ha preso lezioni di canto lirico con Teresa Rocchino ed ha conseguito il diploma in "Teoria e Solfeggio Musicale" presso il Conservatorio "L. Refice" di Frosinone. Ha partecipato ad uno "Stage Multistilistico sul Musical Theatre" con Raffaella Misiti e Ilaria Amaldi, ad uno stage comico con Stefano Vigilante, a uno di musical a cura di Fabrizio Angelini ed infine a uno stage di Musical nel West Finland College (Tampere) con Raffaella Misiti (Canto), Cesare Vangeli (Tip-Tap), Emiliano Begni (Canto Corale).
Ha praticato ginnastica artistica e danza.
Il suo debutto è avvenuto con lo spettacolo "Batman il musical", regia di Claudio Santinelli.
Ha lavorato con i registi Marcello Cotugno, "Pelleas e Melisande", Sabrina Dodaro, "Omaggio a Petrolini", Fabiana Iacozzilli, su delle scene tratte da "Enrico IV" di Pirandello, Paola Balbi "Passeggiata shakespeariana in inglese", Luca Rodella "Bottega dell’arte", Raffaella Misiti e Ilaria Amaldi, "Dimostrazione musical" e poi "I love you, you’re perfect now change", Silvio Peroni, "Suite Horovitz" e con Andrea Baracco in una versione del "Sogno di una notte di mezza estate" dal titolo "Gli amanti del sogno".
Giulia, cosa pensi di quest’esperienza che stai facendo al laboratorio su "Sogno di una notte di mezza estate"?
<< Per quanto riguarda il laboratorio, devo dire che ero molto emozionata, sia per il lavoro con Karpov che con quello con Baracco, nonostante conoscessi già Andrea Baracco per averci lavorato insieme ne "Gli amanti del sogno" nel ruolo di Elena. Comunque conoscevo anche il lavoro di Karpov.
Per quanto riguarda il laboratorio con Karpov, io avevo già studiato per 2 anni la biomeccanica in accademia. Quindi ho trovato risposte a molte domande. Lavorare con lui mi ha permesso di approfondire il metodo della biomeccanica e capire a cosa miri; e soprattutto come il divertimento sia alla base del lavoro.
Mi sono resa conto di come sia importante la preparazione fisica che mi hanno aiutato a sviluppare in accademia; ma per la prima volta mi sono trovata ad applicare il metodo anche al testo. Elemento fondamentale è capire che corpo e mente non sono due cose separate, bensì unite.
Per quanto concerne il lavoro con Baracco, avendo già lavorato con lui, inizialmente può sembrare difficile capire a cosa miri il suo lavoro, ma successivamente riesci a capire cosa vuole dall’attore. Un aspetto che mi affascina del suo metodo di lavorare è il creare dei quadri che prendono vita solo se l’attore riesce a dargliela. Ritengo interessante il suo modo di lavorare: non è uno di quei registi che ti impone un modo di recitare, ma gli piace ricercare, sperimentare, insieme all’attore stesso per dar vita ai personaggi. >>
In "Sogno di una notte di mezza estate" tu interpreti due ruoli: una fata e Ippolita. Come definiresti i tuoi personaggi?
<< Amo la visione che Baracco ha delle fate: non sono le tipiche fatine della Disney, bensì delle fate provocatrici, sensuali e ammaliatrici. Penso che ogni donna possieda queste 3 qualità, ma a volte ha timore a mostrarle; sul palcoscenico tutto è possibile, anche una fata provocatrice può prendere vita e io personalmente mi diverto con il mio personaggio a fare quello che probabilmente nella vita avresti dei freni a fare.
Essendo anche una cantante ho raggiunto il massimo della soddisfazione nel poter utilizzare anche le mie doti canore per recitare.
La decisione di dare la possibilità ad alcuni attori di cantare (essendo la musica onnipresente nello spettacolo) penso che sia un riconoscimento da parte del regista verso gli attori poiché cantare non significa mostrare le doti canore, bensì continuare a recitare ed a trasmettere l’emozione.
Per quanto riguarda Ippolita, la futura moglie del duca, l’ho sempre immaginata come una bella donna, amazzone, e mi sono creata una immagine di lei che, nella sua regalità, trasmette molta tranquillità. Anche se ha dei momenti in cui mostra involontariamente la sua posizione sociale, penso che sia una donna molto sensibile.
Sul finale mi ha dato l’impressione che lei riesca a capire gli innamorati e i loro racconti apparentemente privi di senso. Fino alla fine la potenza del "Sogno" colpisce anche i personaggi non interessati direttamente. >>
Chiara Di Muzio è chietina. Si è formata frequentando un corso presso l’Accademia di Musica Teatina e poi studiando recitazione presso il Centro di didattica teatrale – centro di pedagogia e formazione teatrale d’Abruzzo, a Pescara.
La sua più recente interpretazione è stata "Pazza Margherita", regia di Serenella Di Michele, Simona Colasante, Anna e Sonia Zavata.
Tra le altre attività svolte, c’è quella canora (canta in pianobar e in cover-band) e ha collaborato con l’agenzia di animazione Joule Communication di Pescara, con cui ha messo in scena "Notre Dame de Paris".
Chiara, cosa pensi di quest’esperienza che stai facendo al laboratorio su "Sogno di una notte di mezza estate"?
<<Io definirei la mia esperienza ribattezzando l’opera di Shakespeare come "Sogno di mezza estate". Ho apprezzato molto la disponibilità ed attenzione rivolta a noi partecipanti da parte di tutto il nucleo del laboratorio.
E’ stata una opportunità di crescita professionale e umana che farà da bagaglio per le nostre esperienze future e che per quanto mi riguarda rimarrà tra i ricordi più belli e preziosi del mio percorso. >>
Come definiresti il personaggio che interpreti in "Sogno di una notte di mezza estate"?
<< Sarò la fatina maliziosa e accattivante che vive nel bosco insieme alle altre fate capitanante dalla regina Titania. E’ un personaggio grazioso e selvaggio che scombussolerà il regno fatato. >>
Laura Martinelli, di Lucca, dopo essersi laureata in "Psicologia clinica" all’Università di Firenze, si è iscritta alla Link Academy di Roma, in cui, ha appena terminato il secondo anno.
Ha iniziato a studiare teatro (metodo mimico) a Firenze con Alessandra Niccolini. Ha fatto teatro sperimentale ed improvvisazioni "long form" ed inoltre ha partecipato ad un corso sul teatro shakespeariano a Londra organizzato da Paola Balbi e Matteo Ghilardi.
E’ stata diretta da Alessandra Comanducci e Riccardo Rombi in "L’orso" di Cechov, e ancora da Rombi in "Antigone".
Laura, cosa pensi di quest’esperienza che stai facendo al laboratorio su "Sogno di una notte di mezza estate"?
<< Da un punto di vista formativo, uno dei punti salienti del laboratorio consiste, secondo me, nella possibilità di analizzare il testo in maniera "bipolare", cioè insieme a Karpov sviscerare il testo secondo i principi della biomeccanica (relazione, evento, azione-reazione) e successivamente vederlo nascere con Baracco, in maniera visiva, viva, dando risalto all’iconografia della forma con l’utilizzo della musica che non è solo accompagnamento, ma componente attiva tra la vita dei personaggi. Lo spazio e il tempo si dilatano ma si incontrano nel corpo dell’attore come unico denominatore e si propagano nella parola shakespeariana.
Da un punto di vista umano questo laboratorio mi ha permesso di lavorare con attori professionisti e di imparare tantissimo soprattutto dalla loro unicità e dalla loro inarrestabile voglia di rinnovarsi. Perciò credo che l’eterogeneità del gruppo sia una risorsa preziosa. >>
Come definiresti il personaggio che interpreti in "Sogno di una notte di mezza estate"?
<< Credo che avere la possibilità di interpretare un essere non umano, ma appartenente ad un mondo irreale sia un privilegio perché ti permette di esplorare componenti di te sconosciute, troppo divertenti ed esilaranti. La mia fata è estremamente sensuale, femminile, ma primitiva, perché racchiude l’istinto di un animale, tra cui la percezione del pericolo e la difesa del territorio tramite l’aggressività.
Il corpo diventa veicolo di immagine e di tensioni ambigue perché cerca di esplorare l’interno di una dimensione onirica e magica. >>
Giannina Raspini, nata ad Arezzo, dove si è diplomata presso la "Libera accademia del teatro di Arezzo", diretta da Andrea Biagiotti, ha poi conseguito la laurea triennale alla Link Academy di Roma. Ha partecipato a laboratori tenuti da Riccardo Rombi, Carlo Simoni, Andrea Pangallo, Ryan Ellsworth e Teo Ghil, Marzia dal Fabbro e Danilo Di Girolamo, Ilaria Amaldi e Raffaella Misiti, Luca Ventura, Margarete Assmuth, Nikolaj Karpov ed Alessandro Preziosi.
Ha debuttato a teatro con "Così è se vi pare" di Pirandello, diretta da Uberto Kovacevic. In seguito è stata diretta da Andrea Biagiotti ("Crociate", "Vita di Galileo", "Le novelle di Boccaccio"), Gianni Quinto ("Provaci ancora Sam"), Federica Tatulli ("Terrore e miseria del Terzo Reich"), Paola Balbi ("Passeggiata shakespeariana"), Roberto Gandini ("Turandot"), Gianni Spezzano ("Con le frecce contro i carri armati", a cui ha partecipato anche Luca Di Gennaro, come già ricordato precedentemente), Marzia Dal Fabbro ("Loveplay"), Douglas Dean ("The crucible"), Andrea Taddei ("Pene d’amore perdute") e Alessandro Preziosi ("Cyrano de Bergerac").
Giannina, cosa pensi di quest’esperienza che stai facendo al laboratorio su "Sogno di una notte di mezza estate"?
<< E’ stato molto interessante e formativo il lavoro con Karpov ed è stato interessante vedere il passaggio dal lavoro che abbiamo svolto con Karpov sul testo a come Baracco ha trasformato il nostro lavoro in quello che è il suo lavoro.
Ho fatto uno stage con Karpov alla Link Academy e poi ho lavorato con lui perché ho fatto il "Cyrano" con Preziosi e c’è stata una collaborazione artistica con Karpov. >>
Come definiresti il personaggio che interpreti in "Sogno di una notte di mezza estate"?
<< E’ una creatura magica, appartenente a un mondo lontano dal mondo degli uomini e quindi ha infinte possibilità e può essere interpretata in vario modo. E questo ti da la possibilità di sperimentarti su qualcosa di molto lontano da noi, dall’uomo. >>
Diletta Scrima è nata a Palermo dove ha partecipato ai laboratori diretti da Maurizio Spicuzza.
Attualmente vive a Roma dove è iscritta al secondo anno della Link Academy. Ha partecipato a stage con Merry Conway e Flavio De Berardinis e ovviamente, ai nostri laboratori: quello di quest’anno a cura di Andrea Baracco e Nikolaj Karpov su "Sogno di una notte di mezza estate" di Shakespeare e quello dello scorso anno a cura di Andrea Baracco e Luca Ventura su "Troilo e Cressida" di Shakespeare (entrambi sotto la direzione artistica di Alessandro Preziosi).
Ha debuttato con "Il mandato" di N. Erdman diretto da Maurizio Spicuzza e poi ha partecipato a "Le anime morte" di N. V. Gogol, "Il povero Piero" di A. Campanile, "Pinocchio" di C. Collodi, "Rumori fuori scena" di M. Frayn e "Dialoghi e monologhi di donne" di G. Calderon Kellet, tutti diretti da Spicuzza.
L’anno scorso, nello spettacolo finale del laboratorio su "Troilo e Cressida. Ovvero l’invenzione dell’umano" Diletta Scrima ha interpretato un’ancella, un soldato troiano e un mirmidone. Ha anche partecipato al cortometraggio "Andromaca" nel ruolo di Cassandra.
Diletta, hai partecipato anche al laboratorio su "Troilo e Cressida" dell’anno scorso. Cosa pensi di questa nuova esperienza del laboratorio su "Sogno di una notte di mezza estate"?
<< Questo laboratorio mi è piaciuto particolarmente perché, a parte il lavoro con Karpov, nel quale grazie a lui e a Maria Shmaevich ho imparato moltissime cose che mi servivano per il mio percorso e per un mio futuro stage con lui, sento che sono cresciuta.
Quest’anno, nel lavoro con Andrea Baracco stiamo cominciando a conoscerci sempre più. Lui mi sempre piaciuto come lavora, come regista. L’anno scorso eravamo di più e avevo una parte più piccola rispetto a quest’anno.
In questo spettacolo, al di là della trama, mi affascina il modo in cui sta costruendo determinate dinamiche e mi piace moltissimo anche il mio ruolo. Per la mia età preferisco imparare da persone che hanno un po’ più di esperienza, ma anche mettere del mio e far vedere di che stoffa sono fatta io. >>
Come definiresti il personaggio che interpreti in "Sogno di una notte di mezza estate"?
<< La definirei una fata molto carina, molto bambina, ma allo stesso tempo anche donna e sensuale. Un essere che può tramutarsi in qualsiasi cosa voglia: da fatina in donna ammaliatrice, nella lotta con i Puck è quasi un animale, ma sempre nella sua forma femminile.
E’ un personaggi che mi piace molto interpretare e rispecchia la mia natura: metà fata del bosco, metà pantera della foresta. E spero di riuscire ad interpretarlo nel migliore dei modi. >>
ANNALISA CIUFFETELLI