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Pubblicato il 27 Ottobre 2008

DELITTO DI PARODIA PER LA STAGIONE TEATRALE AQUILANA

STAGIONE TEATRALE AQUILANA 08/09
Giovedì 6 novembre ore 21,00 turno A
Venerdì 7 novembre ore 21,00 turno B
Sabato 8 novembre ore 16,30 turno C
Domenica 9 novembre ore 16,30 turno D

Napoli Teatro Festival Italia, Mercadante – Teatro Stabile di Napoli, Teatri Uniti
in collaborazione con Teatro Stabile d’Abruzzo

Delitto di Parodia
‘A causa mia, il processo D’Annunzio – Scarpetta

soggetto Antonio Vladimir Marino
drammaturgia Antonio Marfella, Antonio Vladimir Marino,
Luciano Saltarelli, Francesco Saponaro

regia Francesco Saponaro

con
Gianfelice Imparato Eduardo Scarpetta
Fortunato Cerlino Avvocato Luigi Simeoni
Marco Mario de Notaris Trivella
Giovanni Esposito Vincenzino Scarpetta | Turillo
Enrico Ianniello Coviello| Avvocato Francesco Spirito
Tony Laudadio Zeza | Avvocato Carlo Fiorante
Demi Licata Alice
Antonio Marfella Presidente Giacquinto
Peppino Mazzotta Carminiello |Avvocato Ferdinando Ferri
Luciano Saltarelli Gennaro Pantalena |Prof. Enrico Cocchia

in cinematografo
Peppe Servillo Gabriele D’Annunzio
Andrea Renzi Marco Praga
Gino Curcione Maggiordomo
e
Enzo Moscato Salvatore Di Giacomo
Marino Niola Benedetto Croce
e
Loredana Antonelli, Iole Carola, Matilde De Feo, Mafalda De Risi,
Desirée Giorgetti, Simona Lisi, Aurora Mascheretti,
Andrea Contaldo
Peppe Cino, Enzo Palmieri

scene Lino Fiorito
costumi Ortensia De Francesco
luci, direzione della fotografia Cesare Accetta
suono Daghi Rondanini
elaborazioni musicali Federico Odling

aiuto regia Luca Martusciello, Simone Petrella
direttore di scena Carmine Guarino
assistente alle scene Dafne Forastiere
assistenti ai costumi Rossella Aprea, Katia Marcanio
ricerche d’archivio Stefania Esposito, Anna Paparo, Armando Rotondi

datore luci Lucio Sabatino
direzione tecnica Lello Becchimanzi

operatore di ripresa Alessandro Abate
montaggio Gennaro Visciano
post produzione Media Digital Studio
organizzazione Maurizio Fiume per ANANAS srl

coordinamento Flavia Cardone, Romilda D’Ambrosio, Valeria Pignatelli
amministrazione Anna Tramontano per PRONOS 94 srl

ricerche e comunicazione Rosalba Ruggeri
fotografo di scena Fabio Esposito
ufficio stampa Renato Rizzardi

scenotecnica Retroscena
sartoria Annamode | Tina Di Domenico

Delitto di parodia ricostruisce la vicenda del processo che vide Gabriele D’Annunzio in opposizione al commediografo ed attore napoletano Eduardo Scarpetta, accusato di aver portato sulle scene la contraffazione della tragedia pastorale La figlia di Jorio.
Nel marzo del 1904 Gabriele D’Annunzio è investito dal successo della sua ultima opera teatrale La figlia di Jorio. Nel mese di dicembre dello stesso anno, senza il permesso scritto dell’autore, Eduardo Scarpetta mette in scena al Teatro Mercadante di Napoli Il figlio di Iorio, parodia del lavoro dannunziano. Dopo qualche giorno Marco Praga, fondatore e direttore generale della Siae, presenta querela per plagio e contraffazione contro Eduardo Scarpetta in rappresentanza della Siae e del socio Gabriele D’Annunzio.
Nonostante la richiesta di non luogo a procedere del regio procuratore Giuseppe Lustig, si arriva al processo che dura quattro anni. Avvocati della difesa di Scarpetta sono Francesco Spirito e Carlo Fiorante. Per Gabriele D’annunzio, l’avvocato Ferdinando Ferri e l’Onorevole Luigi Simeoni. Dopo le perizie di parte di Benedetto Croce, per la difesa, e Salvatore Di Giacomo per la parte civile, al culmine del procedimento – davanti al presidente dell’Ottava Sezione Penale del Tribunale di Napoli, Giacquinto – il professor Enrico Cocchia, insigne latinista e filologo, presenta la perizia conclusiva. Il procedimento penale si chiude nel 1908 con l’assoluzione di Eduardo Scarpetta per inesistenza di reato.
Nella giurisprudenza italiana è la prima sentenza che si pronuncia in tema di parodia. Nonostante l’assoluzione, di lì a poco, Eduardo Scarpetta deciderà di ritirarsi dalle scene.

NOTE
Lo scorso autunno, l’avvocato penalista e sceneggiatore Antonio Vladimir Marino, mi propose il soggetto di un delitto ‘sui generis’, un maledetto imbroglio di carte, attori e avvocati, letteratura e teatro, complotti e denaro.
Nell’approccio a questo lavoro vi è, innanzitutto, la fascinazione per i modelli di vita e teatro che – a partire dall’epoca dei fatti che rappresentiamo – hanno inciso in maniera determinante nella cultura e nei comportamenti sociali del nostro paese. L’imaginifico e il buffone. La forza trascinante del teatro comico napoletano di fine ottocento, con l’estro sanguigno di Eduardo Scarpetta in opposizione al teatro colto e solenne di Gabriele D’Annunzio che, pur ispirandosi ai modelli classici, rivendica il dominio della letteratura rispetto alla pratica della scena. La cultura come dottrina e sacro dogma inviolabile contro un burlesco anarchismo tutto popolare. I teatri di Napoli, le favolose residenze dannunziane e l’aula del tribunale sono lo scenario di questo dramma giudiziario dai risvolti grotteschi, in cui la libertà di canzonare i potenti, di mettere in burletta la cultura solenne scatena la persecuzione legale per chi osa profanarne il mito.
Scarpetta è l’eclettico, severo capocomico abituato – secondo le accuse di molti suoi contemporanei – ad abusare di ogni trucco o trovata per servire il suo pubblico. Patriarca e prolifico custode di un’eredità che possiede la grande magia del recitare. Affronta con audacia il dibattimento processuale. Sfida la grave accusa di plagio con astuzie da istrione, scende nell’agone senza mai sottrarsi, per difendere con ogni mezzo il diritto di far ridere un’epoca serbando per sé, forse più che l’estrema risata, le stimmate di un ghigno pungente.
D’Annunzio, nella causa, non è mai presente di persona tanto da meritarsi una diffida da parte del tribunale. Grazie alla sua aura sfuggente, rarefatta, mantiene il segreto glorioso sul proprio quotidiano, suscitando l’ammirazione dei suoi sostenitori e l’apologia dei suoi avvocati. Esprime sempre con impareggiabile plasticità, quella mancanza di ironia che gli consente di rivolgere le accuse più velenose ai suoi detrattori, sorrette anche dalla straordinaria costruzione del simulacro della propria immagine. In certe pose, assurge a modello per l’Italia di là da venire e, forse involontariamente, ricorda un simbolo inamovibile per alcuni futuri italioti.
Le prove della tormentata parodia de Il figlio di Iorio, le fasi del dibattimento processuale e l’interrogatorio a Scarpetta vivono nella messa in scena teatrale. La figura del poeta abruzzese, le suggestioni auliche del suo universo lirico e il suo sensistico privato rimandano al bianco e nero trascendente del cinema muto. Le arringhe degli avvocati si inseguono come un rondò composto di alternanze e contrappunti dialettici, variazioni sul tema del litigio, con balzi repentini, accuse feroci e appassionate difese fino alla sentenza finale.
Il primo segmento della messa in scena, realizzato in giugno, presentava una serie di suggestioni e di frammenti della vicenda che hanno preso forma di scrittura scenica definitiva, grazie alla creatività e all’appassionata adesione degli attori, straordinari compagni di lavoro. Delitto di parodia si muove su diversi registri (tragico, comico, giuridico, lirico, grottesco), integrando l’uso simultaneo di linguaggi espressivi differenti, dal teatro al cinematografo. Una prova di impegno e versatilità per tutta la compagnia. Un viaggio ‘di formazione’ che ci onora e rende orgogliosi, dagli spazi dello storico tribunale di Napoli al teatro del figlio naturale di Scarpetta, Eduardo De Filippo.
È il segno della necessità di guardare al passato con gli strumenti del presente. Un segno costante e preciso, il più intimo e genuino della pratica artigianale del teatro che si arricchisce nel confronto con la tradizione e sopravvive, al di là della memoria, come nobile modello e ispirazione.
[Francesco Saponaro]

ringraziamenti

Istituto Luce
Il carcere possibile ONLUS, Casa circondariale femminile di Pozzuoli
Tribunale di Sorveglianza di Napoli, Provveditorato Regionale dell’Amministrazione Penitenziaria
Cineteca di Bologna, Cineteca del Friuli, Cineteca Italiana-Milano, Museo del Cinema di Torino
Università degli Studi di Napoli Federico II – Dipartimento di Filologia Moderna “Salvatore Battaglia”
Assessorato alla Memoria di Napoli
La Feltrinelli – Napoli | Gran Caffè Gambrinus di Napoli

Maria Vittoria Scarpetta,
Riccardo Polidoro, Stefania Maraucci
Francesco De Cristofaro, Bruno Roberti, Luigi Morra,
Patricia Bianchi, Giuseppina Scognamiglio
Raimondo Di Maio, Chiara Canzanella, Antonio Sergio

Gigio Morra, Antonello Cossia,
Gennaro Apicella, Lucio De Francesco
Antonio Piccolo, Giampiero Esposito,
Franco Campese, Davide De Rosa
Maria Belliotto, Carmela Pascucci, Patrizia Saccone

Vittorio Martinelli (in memoria)