“Chi ha paura delle storie” scaturisce da un progetto drammaturgico sui tratti comuni delle fiabe di paesi lontani; simboli, trame e personaggi, inventati a latitudini diverse, si scoprono simili:
il “Perdeneroso” delle terre d’Abruzzo” non è così diverso dal mitteleuropeo Barbablù e Raperonzolo, con la sua treccia magica, somiglia in maniera imbarazzante a quella leggiadra fanciulla che va sotto il nome di Cenerentola…. Ma si sa, per le fiabe, l’importante non sono i nomi… L’importante è giocare a “vincere la paura”.
Il compito degli attori è proiettarci dentro storie talmente assurde da sembrare vere e, nei paradossi, nell’assurdo, riusciamo a scorgere una realtà inventata da cui trarre conforto e ispirazione. Per fare questo, i nostri teatranti si mettono in riga, lo sguardo nel vuoto, e cominciano, prima di tutto a raccontare; poi, la serrata narrazione, accompagnata da suoni e rumori, attraverso capovolgimenti continui ci condurrà dentro una vicenda, fiabesca ed onirica finchè l’eroina di turno pronuncerà la fatidica frase “io non ho paura”!