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Pubblicato il 20 Luglio 2006

ANTIGONE a PESCARA

di Bertolt Brecht
Drammaturgia e regia
CLAUDIO DI SCANNO

Con
SUSANNA COSTAGLIONE , MARCO SPIGA, CLAUDIO MARCHIONE, ROBERTA CARONIA, ARMANDO DE CECCON,
STEFANO ANGELUCCI MARINO, KATI MARKKANEN,
ANTONIA RENZELLA, ANTONELLA CIACCIA, MARCO DI BLASIO

Musiche originali di
SERGIO RENDINE

Allestimento scenografico e decorazione
FRANCO TROIANI
Costumi e accessori di scena
NADIA DI BERNARDO
Disegno luci
CORRADO REA

Va in scena nello splendido Palazzo Mezzopreti, sede del Conservatorio di Musica di Pescara, dal 7 al 13 agosto, alle ore 21,30 la nuova produzione del Teatro stabile d’Abruzzo, diretto da Federico Fiorenza.

“Antigone” è un titolo classico, di quel genere classico che non smette mai di essere di sconcertante attualità: – I greci ci hanno insegnato la disobbedienza civile e la disobbedienza è un vettore che individua la mobilità della coscienza, la sua vivacità dentro lo spirito del tempo. – scrive Claudio Di Scanno, – e Prometeo ed Antigone ne sono efficacissimi esempi. Prometeo ha rubato il fuoco agli dèi per donarlo agli uomini, ai mortali, intendendo così favorire la loro emancipazione (attraverso la tecnica che il fuoco rappresenta) dal potere di vita e di morte che attiene il divino. Antigone è una ragazza che vuole seppellire il corpo del fratello Polinice e così disobbedisce all’editto di Creonte, il re tiranno che ne aveva decretato la non sepoltura, l’umiliazione del corpo, l’offesa dello scempio. Prometeo il semidio si ribella al rigido ordine del divino, Antigone figlia di Edipo a quello dello Stato nelle mani di un tiranno. Consegnate alla cultura e alla storia, queste due figure del mito custodiscono gelosamente, rivelandolo attraverso il gesto esemplare della rivolta sepolta viva, quel senso del perturbante che sempre si sprigiona da un gesto totale e in quanto tale inquietante. Un gesto per di più inutile, e per questo paradossalmente efficace. Entrambi soccombono infatti a poteri molto più forti della loro necessità ma il senso profondo della giustezza del gesto fa si che questo si trasformi immediatamente in atto totale ed esemplare, e come tale consegnato all’orizzonte della possibilità.-
Il tema dominante del lavoro che la Compagnia affronta è la tragica sequenza della follia sterminatrice di gioventù e futuro: uno spettacolo sullo sterminio delle giovani generazioni, una riflessione sul nostro oggi e su quello che stiamo consegnando alle generazioni future.

I PERCHE’ DI UNA SCELTA di Federico Fiorenza, direttore del TSA

Amo il teatro perché è immediato, coinvolgente, vitale, espressione dell’uomo sugli uomini, metafora in atto, luogo dei sentimenti e delle con-divisioni, della fantasia e delle passioni, antico e assolutamente moderno, necessario nella sua straordinaria precarietà.
Teatro quale arte tra “le arti che contribuiscono all’arte più grande di tutte: quella di vivere”! (B. Brecht)
Oggi, a cinquant’anni dalla scomparsa, Bertolt Brecht, dopo essere stato l’autore più rappresentato negli anni ruggenti del teatro pubblico e dello scontro ideologico, dopo essere stato il meno frequentato negli anni dell’edonismo collettivo con rare ma sempre importanti messe in scena, torna ad essere uno degli autori più rappresentati.
Il TSA ha scelto la sua versione dell’Antigone non solo per celebrarlo, ma per l’immanente contemporaneità dei suoi temi.

La tragedia greca – in quanto simbolo di ogni possibile rappresentazione – mostra in concreto e, per così dire “ in opera “ l’esigenza di una comprensione radicale, simbolica e sempre di sconcertante attualità, dell’uomo e dei suoi infiniti modi di essere di parte.
Per questo, Antigone – icona dell’irrappresentabile – è la figura paradigmatica ed anche archetipica di una eccedenza irrisolta che la tragedia osa rappresentare.
Una questione decisiva, sotto il profilo teoretico: il rapporto inspiegabile e paradossale che unisce in una interdipendenza circolare, natura e cultura, “ethos” e “pathos”. La figura di Antigone è l’esempio di un paradosso originario e fondante: il paradosso di una “identità” che è sempre, anche “differenza” e che solo attraverso la differenza – solo attraverso il margine residuale e lo scarto che questa presuppone – esplica e realizza se stessa.
Antigone è, nella tragedia di Sofocle, la differenza che non si lascia includere all’interno dell’identità e che mette in discussione l’assolutezza unilaterale dell’ordine apollineo.
La tragica consapevolezza di Antigone, la sua radicale assunzione di responsabilità, mette in scena il tema centrale della sofferenza tragica, il tema del sacrificio ultimo e definitivo. E il suo particolare fonda e rende possibile il sacrificio della persona, tragicamente libera nella sua inutile scelta, esempio quindi assoluto della decisione individuale e autosufficiente del singolo.
La colpa ontologica di Antigone è la determinazione unilaterale del suo ethos, la divisione dall’interno dell’unità omogenea della sostanza etica, la continuità, per così dire , autoctona della Polis che è radicata nelle profondità oscure della Terra.
Il paradosso tragico consiste proprio nella impossibilità, per il pensiero logico, di spiegare una identità che è, insieme, differenza. Dove trovare concordia nelle tensioni opposte?
Quanto è pervasiva la presenza di Antigone nel pensiero moderno tanto lo è il nucleo del dramma sofocleo, nello scontro tra due volontà e due concezioni, che il mito ci consegna.
Antigone a Creonte : “ ubbidire, ubbidire, e nel molto e nel poco, nel giusto e nell’ingiusto, sempre e comunque, all’uomo che sia posto al timone dello Stato. E’ l’anarchia dei mali: distrugge le città e sconvolge le cose, mette in fuga e fa a pezzi gli eserciti in battaglia; l’ubbidienza, l’ubbidienza ai capi la fonte di salvezza e di vittoria…”. Quanta attualità in queste poche parole.
Esse rappresentano all’origine il diritto di Antigone a seppellire Polinice, ad affermare la sacralità e la coesione della famiglia, contro il diritto della Polis che Creonte esige sia rispettato come decisione dell’autorità politica per garantire il valore assoluto della legge dello stato.
Quante Antigoni devono ancora mettere in atto il proprio sacrificio perché gli uomini diventino costruttori di pace?
Le ragioni di una scelta per la messa in scena risiedono ancora nella ricerca di dare senso ad una disobbedienza o in quella di perseguire una pace possibile e necessaria.
La guerra rappresentata attraverso i media ci allontana emotivamente dal dolore e dalla partecipazione allo stesso. E’ virtuale. Non lo sono le migliaia di innocenti inconsapevoli che vivono la loro tragedia quotidiana, numeri di un elenco di dolore e distruzione, fastidio ai saponi e ai profumi delle nostre vacanze, obolo necessario al divenire della storia.
La pace si costruisce. Per essa lavorano medici e soldati, con una spinta etica che dice no alla guerra in quanto necessaria. La pace si costruisce con la diplomazia e la consapevolezza della ragione degli altri, con la cooperazione e il pacifismo politico, con il rispetto delle diversità e delle disuguaglianze, sulla solidarietà e sulla leggerezza..
Noi crediamo sia possibile costruire un mondo migliore anche con il nostro lavoro quotidiano, con l’impegno che questo richiede in un momento difficile per la cultura e per il nostro Paese, contro le sue crude povertà, consapevoli che il patrimonio di valori ereditato dai nostri padri sia fondamento di un futuro diverso.
Le ragioni di una scelta non sono in un testo piuttosto che in un altro, ma in un diverso modo, nostro e vostro, di partecipare a questo divenire.

Queste le date della Tournèe.

27 luglio 2006
Anfiteatro Romano di Amiternum L’AQUILA 21,15
nell’ambito del Progetto ARCHEO dell’ATAM
28 luglio 2006
Anfiteatro Romano di Amiternum L’AQUILA 21,15
nell’ambito del Progetto ARCHEO dell’ATAM
29 luglio 2006
Teatro Romano di Alba Fucens
MASSA D’ALBE AVEZZANO 21,15
nell’ambito del Progetto ARCHEO dell’ATAM
30 luglio 2006
Teatro Romano di Alba Fucens
MASSA D’ALBE AVEZZANO 21,15
nell’ambito del Progetto ARCHEO dell’ATAM
31 luglio 2006
Anfiteatro Brecht
NERETO TERAMO 21,15
nell’ambito del Progetto ARCHEO dell’ATAM
1 agosto 2006
Giardino Portale della Luna
S. GIOVANNI IN VENERE FOSSACESIA 21,15
nell’ambito del Progetto ARCHEO dell’ATAM
2 agosto 2006
Cortile Palazzo D’Avalos
VASTO 21,15
nell’ambito del Progetto ARCHEO dell’ATAM
3 agosto 2006
Chiusa del Museo Archeologico
CASTEL DI SANGRO 21,15
nell’ambito del Progetto ARCHEO dell’ATAM
5 agosto 2006
Montone di MOSCIANO SANT’ANGELO TERAMO 21,15
nell’ambito del festival“Tra il sole e la luna”
dal 7 agosto al 13 agosto 2006
Conservatorio di Musica, Palazzo Mezzopreti PESCARA 21,30
in collaborazione con la Provincia ed il Comune di Pescara
16 agosto 2006
Piazza Madonna della Neve
ROCCA DI MEZZO L’AQUILA 21,30
nell’ambito del“Rocca festival”
17 agosto 2006
Parco della Quercia Rossa
BUSSI SUL TIRINO PESCARA 21,30
in collaborazione con la Provincia di Pescara, il Comune di Bussi e Drammateatro
18 agosto 2006
Cortile Scuola Elementare
POPOLI PESCARA 21,30
in collaborazione con la Provincia di Pescara, il Comune di Popoli e Drammateatro
19 agosto 2006
Teatro Romano di TEANO 21,30
nell’ambito del “Capua Antica festival”
21 agosto 2006
Villa Arbusto ISCHIA 21,30
nell’ambito delle manifestazioni “Ischia Cultura”