Giovedì 16 novembre ore 21,00 turno A
Venerdì 17 novembre ore 21,00 turno B
Sabato 18 novembre ore 16,30 turno C
Domenica 19 novembre ore 16,30 turno D
TEATROINARIA STANZELUMINOSE
in collaborazione con TEATRO STABILE d’ABRUZZO
ALICE DELLE MERAVIGLIE
un progetto di Emanuela Giordano e Mascia Musy
liberamente tratto da Lewis Carroll
regia e drammaturgia Emanuela Giordano
con Mascia Musy
e con Fabrizio Coniglio, Giuseppe Gaudino, Claudia Gusmano, Frederic Lachkar, Stefano Mereu, Yaser Mohamed, Bianca Nappi, Fabrizio Odetto
scene Andrea Nelson Cecchini
costumi Emanuela Giordano
Non è “meraviglioso” ciò che scopre Alice ma è sicuramente fonte di meraviglia ovvero di stupore. E’ la scoperta che si manifesta davanti a ciò che non si conosce. Le meraviglie sono quindi le scoperte. E’ l’Alice delle scoperte quella che andremo a conoscere. Le scoperte sono legate all’esplorazione, l’esplorazione al viaggio, il viaggio alla curiosità ma anche alla necessità. Si parte perché si è chiamati a partire, perché si deve partire, perché il luogo dove viviamo, luogo fisico o metaforico che sia non offre più risorse o ci rifiuta. Il viaggio è processo di confronto con noi stessi e con il mondo che ci circonda, il viaggio, se si è dei veri viaggiatori e non dei predatori è sempre cambiamento ma è anche nostalgia perché ci si allontana da ciò che conosciamo, dalla terra nota.
Alice scopre parti inesplorate di se, è costretta ad abbandonare le certezze, assume la scomoda posizione dello straniero, dell’indesiderato, del mostro, dell’affamato. Ma di che fame parliamo? Fame vera, indubbiamente, fame di sopravvivenza ma non solo.
Esistono molte forme di conoscenza. E non sempre vanno d’accordo. Neppure la filosofia e la poesia vanno d’accordo. I greci riconoscevano che la nostra vita mentale è abitata da potenze che la sovrastano, che sfuggono ad ogni controllo. Ad un certo punto l’occidente ha scelto un altro modo di conoscere: all’essere posseduto ha preferito il possedere per enumerare, elencare, catalogare, definire e quindi…controllare. Tutto quello che non rientra in questo processo è patologico o di scarsa importanza.
Nell’antichità invece la possessione poteva essere anche frutto di conoscenza, di “delirio divino” di metamorfosi, ovvero di trasformazione.
La metamorfosi che compie la possessione è diversa dalla rappresentazione di uno stato emotivo o di un personaggio, è una via di conoscenza non sempre governabile e per questo più pericolosa. Ebbene, Alice grazie al “ popolo” che la prenderà in ostaggio, entrerà da cartesiana e si ritroverà “posseduta”! Anche, ma non solo.
Le “estrose” presenze che incontrerà nella sua esperienza di viaggio sono stimoli, provocazioni, sollecitazioni, capricci divini, intemperanze, umori divertiti e divertenti, crudeltà che abitano in noi.
Emanuela Giordano